Dal 17 Novembre al 7 Gennaio sarà in esposizione a Chicago il modello in scala di Leosphere, una monumentale sfera di legno alta 45 m ispirata agli studi di Leonardo Da Vinci, a cui deve il nome.

L’opera è stata ideata dall’architetto Florian Boje con l’obiettivo di celebrare il quarantacinquesimo anniversario del gemellaggio tra le città di Milano e Chicago.

Leosphere

Il modello in scala di Leosphere è attualmente esposto al Mart, il palazzo del Merchandising simbolo della città di Chicago, nonché centro commerciale più grande del Mondo all’epoca della sua apertura nel 1930. L’opera è in mostra al piano terra del complesso, nello Spazio Ernesto Meda, e qui resterà fino al 7 Gennaio 2018.

Leosphere è il progetto di una grandiosa sfera di legno ed acciaio alta 45 m e divisa in due parti. È ispirata agli studi leonardeschi sulla figura geometrica del cerchio: si fa riferimento, in particolare, agli appunti, schizzi e disegni che il maestro fiorentino ha raccolto dal 1478 al 1519 (anno della sua morte) nel “Codice Atlantico”. È all’interno di questa raccolta che si colloca infatti il “De Ludo Geometrico”, una sezione in cui varie forme geometriche si intersecano secondo principi e regole matematiche con l’obiettivo di arrivare alla quadratura del cerchio.

Le premesse del progetto affondano quindi le proprie radici nella fusione tra la grande tradizione artistica italiana (con particolare riferimento alla cultura rinascimentale) e la tecnologia. Nella celebrazione per il quarantacinquesimo anniversario del gemellaggio tra Milano e Chicago, Leosphere da forma all’obiettivo di costruire un ponte geografico, storico e culturale tra due città, tra due civiltà, tra passato e futuro: da un lato ci sono Milano, la tradizione ed il genio italiani e dall’altro Chicago, l’innovazione e la tecnologia americane.

Leosphere sarà posizionata al di sopra di una fontana di cento metri di diametro e diventerà un incredibile museo multimediale all’aperto, animato da giochi di luce ed acqua. Secondo i piani il complesso sarà realizzato ed inaugurato nel centro di Chicago entro il Columbus Day 2018, che si celebrerà come ogni anno il secondo Lunedì di Ottobre.

Il Consorzio Orgoglio Brescia e l’Albero della Vita

Orgoglio Brescia è il Consorzio costituito nel 2014 da 18 importanti aziende bresciane d’eccellenza (tra cui Albertani Corporates s.p.a.) e da Associazione Industriale Bresciana (Confindustria) e guidato da Paolo Franceschetti: nasce con l’obiettivo di dare vita non solo ad un progetto imprenditoriale, ma anche e soprattutto come messaggio culturale. Come spiega Giancarlo Turati, vice presidente di Piccola Industria di Confindustria e team leader del progetto Leosphere, Orgoglio Brescia “è molto più di un progetto imprenditoriale. E’ un messaggio culturale e imprenditoriale. Grazie alla creazione e installazione di mega strutture così imponenti e spettacolari vogliamo richiamare l’attenzione su un comprensorio come quello bresciano che da sempre è all’avanguardia.

Il progetto Leosphere arriva infatti dopo quello dell’Albero della Vita che il Consorzio ha progettato e realizzato per Milano Expo 2015 e che ha richiamato oltre 21 milioni di visitatori da tutto il mondo: anche in quel caso lo spunto derivava dall’arte italiana cinquecentesca e, in particolare da Michelangelo.

Se l’Albero della Vita ha rappresentato il trampolino di lancio per il riconoscimento internazionale del Consorzio, Leosphere ne conferma, con successo, le intenzioni. Come sottolinea in una nota il Presidente del Consorzio Franceschetti “oggi noi rappresentiamo un progetto unico al mondo. Abbiamo l’ambizione di arredare il mondo con le nostre megastrutture, installandole nelle più importanti città. Il nostro sogno è avere un circuito mondiale di storia, cultura e tecnologia che veda nella creazioni di Orgoglio Brescia i nuovi puntatori di direzione”.

Il 2° Rapporto Case ed Edifici in Legno condotto dal Centro Studi Federlegno Arredo Eventi, con la collaborazione di numerose imprese del settore, per il secondo anno propone una mappatura dettagliata del mercato degli edifici a struttura in legno costruiti in Italia nel 2015 e del loro valore di produzione, basandosi sull’elaborazione dei dati forniti dalle 248 aziende coinvolte nell’indagine.

Il risultato in numeri rileva che un’abitazione su 14 è realizzata in legno e più di 3.400 nuove abitazioni sono state realizzate in legno nel corso del 2015.

Lo studio ha analizzato diversi aspetti: dall’edilizia in legno in Italia in termini di numero di edifici costruiti alla tecnica costruttiva più diffusa, dalla distribuzione territoriale delle aziende e del loro fatturato, alle abitazioni costruite per Regione, dalla stima del mercato nazionale, confronto con l’industria delle costruzioni in Italia e con la produzione di edifici prefabbricati in legno degli altri Paesi Europei.

E il trend non sembra arrestarsi. La distribuzione territoriale delle abitazioni vede la Lombardia al primo posto con il 20% delle costruzioni realizzate, seguita da Veneto (18%) e Emilia Romagna (15%).

Le costruzioni in legno, infatti, tengono conto sia della sostenibilità ambientale che degli standard prestazionali.

Il legno è spesso protagonista di ristrutturazioni e lavori di recupero. Unisce le linee armoniose della natura con la duttilità tipiche del materiale.

Ristrutturare la casa  è meno oneroso, grazie ai bonus fiscali che restituiscono fino a 96mila euro in 10 anni. Se poi l’obiettivo è aumentare l’efficienza energetica, la detrazione sull’Irpef sale dal 50 al 65%.

Per questa ragione uno dei materiali migliori per questo tipo di interventi è il legno: una scelta ecologica, gradevole esteticamente, ma soprattutto efficace dal punto di vista edilizio.

La bioedilizia, che spopola sempre di più, è in grado di abbattere i costi dell’energia utilizzata per raffreddare o riscaldare la casa del 20-30%, ammortizzando in breve tempo l’investimento iniziale. Per costruire un edificio in legno in media è immesso nell’atmosfera il 35% in meno di gas serra rispetto al calcestruzzo.

Realizzare pareti, soffitti, pavimenti e arredi in legno, garantisce oltre che vantaggi tecnici, ormai noti, ribaditi e ripetuti, indubbi risultati visivamente soddisfacenti e suggestivi.

Vediamo alcuni esempi in cui il legno domina la scena, sparsi in tutta Italia, da Bolzano a Catania.

Il progetto di recupero a cura di studioata nel centro storico di Pragelato (TO) ha previsto il recupero di quattro baite storiche, e il ridisegno del vuoto urbano sul quale si affacciano. Bassi consumi, rispetto della tradizione e materiali naturali ne fanno un esempio virtuoso di ristrutturazione urbana in ambito montano.

Nell’intero complesso sono stati realizzati complessivamente 33 alloggi di diversa dimensione, un locale polifunzionale, una caffetteria-negozio.

Principi ecologici, unità e semplicità sono gli ingredienti essenziali del progetto di Modus Architects per il nuovo rifugio Edelrauthütte (Selva dei Molini, Bolzano).

La memoria del vecchio rifugio rimane nel vuoto della terrazza. Grandi pietre segnano la sua impronta e dimensione. Il legno con cui è rivestito il nuovo rifugio è anch’esso un atto di rispetto e di continuità con la storia passata.

Nel BVR Loft a Rimini, progetto di ARCHINOW!, un listello in multistrato di betulla finlandese placcata sua ambo i lati in laminato bianco diventa il “modulo” che, ripetuto “n” volte crea nuove destinazioni diventando ora una cucina separata, un camino, una quinta con affaccio per un’area relax- studio o un ingresso.

Per la Benci House, il green boutique hotel nel centro storico di Firenze, il progetto delle quattro camere nasce dalla consistenza materica del legno e porta la firma dello studio Archea Associati.

Qui il design e la materia si fondono con la funzionalità e l’ecosostenibilità. Ciascuna delle quattro camere è definita da un’essenza differente – noce, rovere, castagno, cipresso – con cui sono realizzati i pavimenti, le boiseries e i vari elementi d’arredo che si muovono sulle superfici orizzontali e verticali, proponendo esperienze tattili, olfattive e visive del mondo naturale: l’albero, il nido, la catasta di tronchi, muschi, cespugli e rampicanti.

A Catania lo studio tuttiarchitetti è riuscito a ricavare da una stanza di 48 mq 4 stanze di 16 mq. Nella FGV House due portali di legno rovesciati e girati a 90°, in pannelli multistrato di betulla, riescono a far ‘scomparire’ il soppalco di metallo, pesante fardello della precedente ristrutturazione, restituendo “aria” allo spazio.

Una reinterpretazione dei tradizionali scuri in legno massello completa la spazialità di questo piccolo-grande monolocale, modulando opportunamente la luce delle sole due grandi aperture.

Oltre alle eccezionali caratteristiche intrinseche ed alle ottime prestazioni (come capacità isolante, resistenza, traspirabilità, igroscopicità, leggerezza, ecc.), tra tutti gli aspetti che contribuiscono a fare del legno un materiale così apprezzato, ce ne sono due che, più degli altri, gli attribuiscono un particolare valore aggiunto: si tratta della versatilità e della riciclabilità. Qualità che lo rendono adatto ad allestimenti ed edifici temporanei.

Dal punto di vista etimologico, per versatile si intende “qualcosa che sa volgersi a opere e attività diverse” (fonte Dizionario Treccani): l’attribuzione al legno di questa definizione restituisce il concetto di un materiale che ben si presta a molteplici usi ed impieghi nei più svariati settori. Non solo case in legno quindi, ma anche edifici più articolati per forma, volumetria e destinazione d’uso, singole componenti edilizie come coperture o tamponamenti da utilizzare per ampliamenti o interventi di restauro, finiture per interni ed esterni, oggetti di arredo e design.

La riciclabilità rimanda invece al tema nobile ed oggi imprescindibile della sostenibilità: il legno è infatti un materiale naturale, rinnovabile e che lascia, appunto, ampie possibilità di essere riutilizzato. Una volta terminato il proprio ciclo di vita, esso può infatti essere sottoposto ad adeguati trattamenti di ripristino e manutenzione che ne prolungano la durata. Oppure, quando vengono meno la ragione d’essere o l’utilità di un manufatto in legno, il materiale può essere recuperato, trasformato e destinato, in fasi successive, ad impieghi alternativi, spesso totalmente differenti da quelli originari.

In ambito architettonico questa combinazione di versatilità e riciclabilità, unita alle già note caratteristiche e prestazioni del legno, costituisce una grandissima ricchezza ed apre la strada all’impiego di questo materiale per la realizzazione di progetti originali ed innovativi.

Uno degli ambiti in cui tutto ciò trova le maggiori possibilità di espressione è quello degli allestimenti e delle architetture temporanee: si tratta infatti di progetti e realizzazioni “a tempo determinato”, il cui ruolo ha, per definizione, un termine di inizio ed uno di fine.

Presuppongono pertanto tempi esecutivi di montaggio e smontaggio rapidi, procedure semplificate e, possibilmente, il contenimento dei costi. E l’impiego del legno risponde ottimamente a queste condizioni: è leggero, resistente, flessibile, stabile e consente la prefabbricazione di elementi e componenti. Ma soprattutto, come già evidenziato, si tratta di un materiale che offre grandissime possibilità dal punto di vista della versatilità e della riciclabilità, aspetti che quindi si traducono, sul piano pratico, in un’ampia varietà di usi ed impieghi, nell’opportunità di riutilizzare, in fasi successive, la stessa materia prima oppure di recuperare quella che deriva dagli scarti di altre trasformazioni.

Gli esempi classificabili secondo questa categoria architettonica sono numerosissimi ed i più noti sono spesso i padiglioni e gli allestimenti realizzati nell’ambito di eventi espositivi.

UNStudio, Burnham Pavilion, Chicago, 2009. Realizzato in occasione delle celebrazioni per il centenario del piano urbanistico di Chicago di Daniel Burnham, il padiglione era costituito da due grandi piani orizzontali deformati in tre punti secondo curvature parametriche. Aveva una struttura in profili di acciaio racchiusi all’interno di una pelle in fogli di legno multistrato, verniciati con pittura bianca riflettente. Al termine dell’esposizione, il padiglione è stato smontato ed i materiali riciclati.

Milano Expo 2015, padiglioni e Albero della Vita. Il legno è stato grandissimo protagonista dell’esposizione italiana, i cui principi fondamentali erano rappresentati proprio dalle tematiche della sostenibilità, della riciclabilità e del riuso.

Lo stesso Albero della Vita, fulcro e simbolo della manifestazione, è stato realizzato in acciaio e legno: quest’ultimo, fornito e lavorato da Albertani Coporates s.p.a., aveva funzione sia decorativa che strutturale. L’Albero era composto in tutto da 1392 piccoli elementi in legno di larice siberiano, lavorati con una doppia curvatura che conferiva movimento e dinamismo alla struttura.

Expo Milano 2015 ha visto inoltre la presenza di numerosissimi padiglioni in legno, da quello celebratissimo del Giappone a quelli che hanno richiesto l’impegno anche di Albertani Corporates s.p.a., come quello del Cile e dell’Irlanda del Nord. Al termine della manifestazione, il legno impiegato per quest’ultimo è stato recuperato e destinato alla realizzazione del Padiglione Italia alla XV Biennale di Architettura di Venezia 2016.

Xavier Veilhan, Studio Venezia, padiglione della Francia alla Biennale d’Arte 2017. Rimanendo nell’ambito della Biennale, anche il padiglione francese attualmente allestito ha il legno come grande protagonista. Concepito come fusione di arte visiva e musica è stato realizzato come un grande involucro in legno e tessuto al cui interno prendono vita composizioni musicali.

Nex Architecture, Times Eureka Pavilion, Chelsea Flower Show, Regno Unito, 2012. Ideato in collaborazione con l’architetto paesaggista Marcus Barnett, esplora il significato delle piante per la scienza e la società. È realizzato in legno (proveniente da fonti sostenibili) e polipropilene traslucido e riproduce un algoritmo geometrico che riproduce la struttura cellulare degli elementi biologici.

Ponte di accesso al Triennale Design Museum, Milano, 20017. Il progetto, disegnato da Michele De Lucchi e realizzato da Albertani Corporates s.p.a., collega il grande atrio centrale al primo piano con l’entrata del museo e costituisce un oggetto unico nel suo genere: si tratta infatti di una trave unica in lamellare di bambù composta da listello tenuti insieme da una speciale colla appositamente prodotta.

All’interno del museo è attualmente in calendario la mostra “Giro giro tondo – Design for the children”, dedicata al mondo dell’infanzia e dei bambini ed all’architettura ed al design che li raccontano.

L’esperienza decennale di Albertani Corporates S.p.A. nell’ambito delle costruzioni in legno l’ha resa, nel tempo, tra le aziende leader in questo settore, in Italia e non solo. Questo grazie alla qualità, all’affidabilità ed alla sicurezza di ciò che produce e delle tecnologie che ha sviluppato e che continua, costantemente, a migliorare ed affinare.

Albertani Corporates non è sinonimo soltanto di casa in legno ma, al contrario, sono numerosissime e prestigiose le sue partecipazioni alla progettazione ed alla realizzazione di strutture dalle destinazioni più svariate: padiglioni, allestimenti, chiese, cantine, edifici per uffici.

Tra gli edifici in corso di costruzione a cui Albertani Corporates sta attualmente dando il proprio, sostanzioso, contributo, c’è quello destinato ad ospitare la nuova sede Cotonella, di cui abbiamo già descritto le vicende ed il progetto in questo post di qualche settimana fa.

In questo intervento l’azienda si è occupata a 360° di tutti gli aspetti relativi alla struttura, impegnandosi sia nella progettazione che nella realizzazione (all’interno degli stabilimenti dell’azienda) di ogni singolo elemento.

La costruzione della nuova sede Cotonella, totalmente in legno, sta procedendo a grandissima velocità: è proprio di questi giorni la notizia che il cantiere ha raggiunto il traguardo intermedio di metà edificio. Le successive operazioni riguardano la posa del soppalco, appeso, attraverso un sistema di supporto progettato e realizzato ad hoc, agli undici portali sagomati curvi che definiscono il volume.

L’edificio, quindi, cresce rapidamente e molto presto potrà tornare ad ospitare la sede e le attività dell’azienda.

Ma come si è riusciti, in così breve tempo, ad arrivare a questo punto?

Quali fattori hanno fatto sì che a partire dallo scorso 30 novembre (la data dell’incendio) e quindi in meno di dieci mesi, sia già stata portata a termine la costruzione di metà dell’edificio?

La risposta è presto data: il segreto consiste nella scelta di utilizzare il legno e di affidarsi alle soluzioni prefabbricate prodotte da Albertani Corporates.

La copertura e le pareti perimetrali dell’edificio sono infatti state ottenute attraverso l’impiego del sistema Lignum K®, lo speciale pannello nato da un’idea di Albertani Corporates ed unico nel suo genere, in grado di garantire ottime prestazioni dal punto di vista sia strutturale che dell’isolamento, e di consentire l’eliminazione delle partizioni secondarie.

Ecologico ed estremamente versatile nelle applicazioni, Lignum K® è un sistema di tipo prefabbricato e che, quindi, consente di poter usufruire anche dei vantaggi che questo comporta.

La prefabbricazione rende infatti necessaria la progettazione a priori, accurata e dettagliata di tutte le strutture, di tutti gli elementi e di tutti i nodi dell’edificio e fa sì che possa essere eliminato quasi del tutto il rischio di errori o lavorazioni non eseguite a regola d’arte in cantiere. Consente la previsione precisa e veritiera del comportamento dell’edificio quando, una volta finito, verrà sottoposto a sollecitazioni di vario genere e natura: sismi, rumori, differenze termiche, fuoco, ecc.

Ma, soprattutto, la prefabbricazione consente di ridurre al minimo il numero e la durata delle operazioni da eseguire direttamente in cantiere, permettendo di accorciare sensibilmente i tempi necessari alla costruzione e, di conseguenza, di risparmiare sui costi.

E la vicenda Cotonella lo dimostra, con la nuova sede andata completamente distrutta a causa dell’incendio del 30 novembre scorso ed oggi in buona parte ricostruita. In meno di dieci mesi l’edificio e l’area sono stati bonificati e sgomberati di quanto lasciato dal fuoco, è stato elaborato il nuovo progetto, sono stati ottenuti i permessi e le autorizzazioni necessari e si è dato avvio ai lavori di ricostruzione.

Questi, una volta iniziati, sono progrediti in maniera davvero rapida e si concluderanno entro breve, consentendo così all’azienda Cotonella ed ai suoi dipendenti di tornare al più presto pienamente operativi.

Alle porte di Parma, in un’area urbana strategica dal punto di vista della vicinanza al centro e dei collegamenti con le principali infrastrutture di comunicazione, è in corso di completamento la realizzazione del nuovo centro direzionale della città emiliana. Commissionato dal gruppo immobiliare Alpe s.r.l., il complesso si chiama Atrium ed ha coinvolto numerose stimate aziende operanti nel settore edile e del design, tra cui Albertani Corporates s.p.a. Benchè i lavori siano ancora in corso, le strutture risultano comunque già pienamente operative.

Il progetto, opera di Federico Pella – Studio J+S s.r.l. (vedi anche Architettura, legno e sostenibilità per la nuova sede Cotonella), guarda al futuro attraverso la scelta di soluzioni e tecnologie innovative e sostenibili, dando vita ad un quartiere 100% green sia dal punto di vista della gestione e dall’ottimizzazione degli spazi, sia per quanto riguarda i materiali ed i sistemi impiantistici adottati.

Il progetto

Il complesso insiste su un’ampia area dismessa di circa 14.000 mq di superficie in cui i nuovi edifici sono stati distribuiti secondo un masterplan che risponde ai requisiti chiave della permeabilità e dell’accessibilità: il quartiere è infatti attraversato da percorsi ciclopedonali che collegano e definiscono piazze, giardini e spazi pubblici, mentre alle automobili sono riservate speciali aree per la sosta ed il parcheggio, opportunamente schermate e nascoste da cortine verdi.

I nuovi edifici, in tutto sei, sono stati progettati secondo schemi tipologici modulari in grado di adattarsi (anche nel tempo) alle diverse e variabili esigenze degli utenti. Presentano uno o due piani fuori terra, con altezza variabile a seconda delle funzioni che sono destinati ad ospitare, e distribuzione interna simile: sono tutti caratterizzati dalla presenza di un patio, che risulta essere l’elemento che contraddistingue l’intero complesso, offrendo continuità visiva tra interno ed esterno.

La tematica della continuità risulta di particolare rilievo anche per quanto riguarda il sistema del verde, progettato in maniera tale da consentire l’adattamento alle diverse condizioni climatiche stagionali: le piante e le essenze sono state infatti studiate e selezionate allo scopo di garantire il dinamismo cromatico in funzione del periodo e di stimolare il rapporto tra natura ed ambiente di lavoro attraverso il coinvolgimento sensoriale.

Tra gli aspetti di maggiore peso del progetto vi sono inoltre tutti quelli relativi all’efficienza energetica ed alla sostenibilità ambientale, obiettivi perseguiti attraverso la scelta di sistemi impiantistici all’avanguardia in grado di preservare ed ottimizzare le risorse disponibili, di recuperare energia e di monitorare costantemente il livello dei consumi.

L’impiego del legno ed il ruolo di Albertani Corporates s.p.a.

Ma l’aspetto che, più di ogni altro, definisce il carattere e l’identità degli edifici che compongono il progetto Atrium è l’impiego del legno: i nuovi edifici sono infatti realizzati interamente in legno strutturale X-Lam, utilizzando gli elementi prefabbricati prodotti da Albertani Corporates s.p.a.. Questo ha consentito innanzitutto di ridurre ed ottimizzare i tempi di costruzione e, nello stesso tempo, ha assicurato il miglioramento della qualità sia dell’involucro edilizio che del risultato architettonico stesso.

L’impiego del legno porta infatti con sé la possibilità di dare corpo a costruzioni leggere, a basso rischio sismico, e che, di conseguenza necessitano di sistemi di fondazione più semplici, con notevole risparmio di tempo e denaro. La prefabbricazione in legno garantisce inoltre l’enorme vantaggio di poter utilizzare elementi facili da trasportare e da porre in opera e che garantiscono, nello stesso tempo, anche tutti i benefici dovuti alle caratteristiche intrinseche del materiale stesso: naturalità, isolamento, traspirabilità, riciclabilità, resistenza al fuoco, igroscopicità, rispetto dell’ambiente, sostenibilità.

Per la costruzione degli edifici del progetto Atrium, Albertani Corporates s.p.a. ha impiegato strutture in legno lamellare con pannelli multistrato del tipo X-Lam sia per realizzare le strutture portanti, sia per gli elementi di tamponamento (pareti, solai e coperture). Sulle pareti esterne, allo scopo di garantire l’isolamento termico, sono stati predisposti sistemi a cappotto e facciate ventilate.

Elena Ottavi

Si parla sempre di come ridurre gli sprechi nella progettazione degli spazi, negli spostamenti, nei consumi domestici ma, soprattutto se rientrati dalle vacanze, non si può tralasciare il luogo in cui passiamo più ore durante il giorno: l’ufficio.

L’ufficio – o home office che sia – oggi non è solo un luogo o una zona dove tenere il cervello impegnato: è un luogo dove si vive gran parte della giornata, e per questo oltre che funzionale deve essere confortevole e accogliente.

Il mondo del lavoro si è trasformato a tal punto che, oggi, si può lavorare anche da casa: ecco che la necessità di adibire un angolo domestico (o una stanza intera) è sempre più diffusa.

E la qualità ed il comfort della zona ufficio passa anche per il materiale utilizzato: nulla è più indicato del legno naturale per trasmettere quiete e serenità, ma anche stimolare concentrazione e creatività, nonché lavorare in un ambiente salubre e comodo.

Quando si parla di ufficio o luogo di lavoro la prima immagine che viene in mente è composta dagli elementi di arredo – in legno o meno – che ne consentono la praticità: scrivanie dotate di cassetti, sedie, scaffalature, mensole, box multifunzionali e sistemi che permettono di gestire i cavi senza grovigli e fare ordine, archiviare i documenti.

Quando si parla, invece, di prefabbricati in legno si pensa subito alle strutture funzionali dalla forma semplice, spesso adibite ad uso temporaneo e poco legate alle scelte di stile e del design.

Eppure, le ultime tendenze nel campo della progettazione architettonica dimostrano come sia possibile realizzare un mix tra la leggerezza e la flessibilità di una struttura in legno e l’estetica dell’ufficio.

Non solo. Il legno è entrato da tempo negli spazi di lavoro, come nella struttura portante, di grandi edifici direzionali e commerciali. Basti pensare ad una delle recenti realizzazioni di Albertani Corporates a Parma. In questi casi la scelta di un materiale ad alto risparmio energetico, come il legno, ben si sposa all’uso di risorse rinnovabili per la produzione di energia e la riduzione dei consumi.

Oltre ad essere sempre più scelto nel campo dell’edilizia per la sua versatilità e rapidità di installazione, il prefabbricato in legno lascia spazio alla creatività di architetti e progettisti, offrendo la possibilità di realizzare strutture sia modulari che articolate, assolutamente sostenibili, confortevoli e durevoli nel tempo.

Ne è un chiaro esempio il progetto londinese Shoffice dello studio Platform 5 Architects con Morph Structures. Un ufficio interamente ricavato all’interno di un guscio ellittico estruso, rivestito in quercia bianca che si apre a formare una piccola terrazza sul prato.

L’interno, sempre rivestito in quercia, è dotato di una scrivania a mensola e di un magazzino. La struttura è illuminata naturalmente grazie a due lucernari – uno vetrato sopra la scrivania e il secondo a cielo aperto fuori dell’ufficio per convogliare la luce nello spazio di lavoro.

I vantaggi di realizzare un eco-ufficio in legno includono la scelta di un rivestimento che consente anche un perfetto isolamento termico.

Se a questo si aggiunge l’integrazione dei pannelli solari si ottiene un modo efficace per produrre energia pulita da fonti rinnovabili e in maniera autonoma.

L’ufficio prefabbricato in legno rappresenta anche un buon compromesso per chi vuole concentrarsi lontano da ciò che succede in casa o in città.

Per queste ragioni un “ufficio ecologico” non è altro che un modulo compatto studiato come spazio di lavoro per una persona.

Si tratta di una soluzione pratica, economica e di design per coloro che necessitano di uno spazio indipendente, comodo e attrezzato per lavorare a casa. Integrato con postazione di lavoro e scaffalature, crea un ambiente di lavoro stimolante e produttivo.

Non ancora diffusi in Italia, gli uffici da giardino in legno, noti come Garden-Office, nascono nel Regno Unito dall’idea di lavorare nel giardino di fronte a casa o in un parco coworking.

Sono uffici open space a tetto piatto, con grandi vetrate scorrevoli che permettono un elevato ingresso di luce naturale. Il legno ben si presta a creare un luogo di lavoro salubre, bello, termicamente isolato ed acusticamente insonorizzato.

Una casetta in legno per l’ufficio non ha limiti per quanto riguarda l´efficienza energetica: questa può ottenere un altissimo valore energetico grazie allo spessore delle pareti esterne e può essere ulteriormente coibentata con un cappotto esterno.

Per via dell’interesse crescente per l’impatto ambientale e delle nuove condizioni di work life (si pensi allo smart working), il futuro riserva chiaramente uno spazio di lavoro a più stretto contatto con la natura, privo di barriere fisiche e acustiche e con la vista verso paesaggi rassicuranti.

Valentina Ieva

Tempo d’estate, di caldo e, soprattutto, di ferie d’agosto. I più fortunati sono già partiti, o lo faranno entro qualche giorno, alla volta di mete più o meno lontane. Da questo punto di vista l’Italia rappresenta un vero e proprio paradiso: abbiamo la fortuna di poter scegliere tra città d’arte, spiagge mozzafiato, suggestive località di montagna, borghi e colline tutti da scoprire, laghi, stazioni termali e chi più ne ha più ne metta.

Tra queste destinazioni c’è anche Cefalù, che sorge in provincia di Palermo sulla costa tirrenica della Sicilia, nel cuore del Parco delle Madonie (patrimonio UNESCO), dove Albertani Corporates è impegnata nella realizzazione ed apertura del nuovo resort Club Med.

I lavori, che prevedono la ristrutturazione e l’ampliamento del precedente villaggio turistico chiuso nel 2007, sono già in corso e la struttura sarà operativa a partire dalla prossima estate.

Il progetto, opera dello studio King Roselli Architetti, darà vita ad un luogo da sogno, classificato cinque Tridenti Club Med (il primo in Europa!) e posizionato sul promontorio di Santa Lucia da cui si gode una vista meravigliosa sulla baia di Cefalù e sul Mediterraneo.

La struttura mira a definire un polo ricettivo destinato ad un turismo d’élite, in cui la qualità del soggiorno ed il benessere degli ospiti sono dati dalla cura del design, dai servizi offerti e dalle attività/esperienze di cui è possibile usufruire: vela, surf, fitness, yoga, pilates, snorkeling, cucina gourmet dello chef stellato Andrea Berton, per citarne alcune.

Il progetto di ampliamento del resort è stato definito a partire da alcune condizioni imprescindibili: la presenza all’interno del sito di edifici settecenteschi, la Cappella ed il Palazzo, da recuperare e contestualizzare all’interno del complesso, ed i vincoli normativi posti a tutela del patrimonio paesaggistico. Per questo il villaggio è stato realizzato in maniera tale da risultare totalmente invisibile dal centro abitato di Cefalù: lo si percepisce invece dal mare, seppure in maniera molto limitata grazie a scelte volumetriche e materiche che rendono molto basso l’impatto del complesso. I materiali impiegati sono infatti quelli tradizionali: pietra e legno sono quelli predominanti.

Le nuove camere, che andranno a sostituire quelle esistenti, sono realizzate con muri in pietra a secco che disegnano veri e propri terrazzamenti che richiamano quelli tipici della tradizione e che costituiscono uno degli elementi che denotano il complesso.

Sono invece in legno i nuovi bungalows, progettati per mantenere il carattere temporaneo delle precedenti capanne in paglia di cui prenderanno il posto ma con notevoli migliorie dal punto di vista dell’impatto visivo, del design e del comfort interno.

L’appuntamento è quindi per la prossima estate quando si potrà finalmente usufruire e godere della rinascita di questo luogo meraviglioso!

Elena Ottavi

Quello della casa in legno è un modello architettonico e tecnologico che è nato e si è sviluppato nelle regioni del Centro e Nord Europa, allo scopo di proteggere gli ambienti domestici interni da temperature invernali molto basse. E anche nel periodo estivo a certe latitudini ed altitudini, nonostante condizioni generalmente più miti, il clima si mantiene sempre piuttosto fresco. Diversamente da quanto invece avviene dalle nostre parti: in Italia infatti il clima presenta caratteristiche più mediterranee che ci costringono, specialmente nelle regioni del Centro – Sud, ad estati molto lunghe e molto calde, con picchi elevatissimi di temperatura, umidità ed afa.

Questa diversità da sempre alimenta diffidenza e scetticismo nei confronti della capacità delle case in legno di rispondere in maniera ottimale anche alle esigenze termiche determinate da quelle condizioni climatiche che contraddistinguono la maggior parte del nostro territorio. In particolare spesso si tende ad associare il materiale legno e le tecnologie costruttive che lo riguardano ad ambienti che si mantengono caldi e confortevoli durante l’inverno, sottovalutandone le prestazioni dal punto di vista dell’isolamento dal caldo nel periodo estivo. Ovviamente si tratta di una falsa credenza, dal momento che l’impiego del legno ben si adatta a qualsiasi tipologia di clima: la condizione imprescindibile è la corretta conoscenza del contesto in cui si opera, unita ad una progettazione mirata e personalizzata in funzione delle esigenze e dei fattori che entrano in gioco. Una casa in legno in Trentino Alto Adige ed una in Puglia possono essere parimenti performanti rispetto al territorio ed al clima con cui interagiscono, ma dovranno necessariamente presentare caratteristiche ed accorgimenti specifici e differenti, che vanno da quelli di natura architettonica e distributiva (orientamento, aperture, sistemi di protezione dal sole, ecc.) alle scelte relative alla stratigrafia dei tamponamenti.

Il primo aspetto da tenere in considerazione per realizzare una casa in legno che garantisca ottime prestazioni anche a climi mediterranei è quello di progettarla con un involucro edilizio dotato di massa tale da determinare lo sfasamento termico necessario a rallentare o bloccare la penetrazione all’interno del calore esterno. È il concetto che, seppure in maniera empirica, veniva applicato negli edifici tradizionali, basti pensare ai Trulli, ai Sassi o alle antiche chiese, ambienti caratterizzati da temperature interne costantemente fresche e piacevoli nonostante il caldo all’esterno. Dal punto di vista tecnico – scientifico lo sfasamento termico consiste nel tempo che l’onda termica generata dalla radiazione solare impiega per penetrare all’interno. Si misura in ore, per cui quando si parla di sfasamento di 3, 4, 5 ore o più, significa che il calore raggiungerà l’interno dopo 3, 4, 5 ore di esposizione. Durante la notte i tamponamenti e gli ambienti interni (adeguatamente ventilati) tornano a cedere l’energia accumulata. Ne consegue che se un edificio presenta un involucro edilizio dotato di elevata inerzia termica (“capacità di un materiale o di una struttura di variare più o meno lentamente la propria temperatura come risposta a variazioni di temperatura esterna o ad una sorgente di calore/raffreddamento interno”, fonte Wikipedia) e in grado di assicurare un sfasamento piuttosto lungo (i Trulli hanno sfasamento maggiore di 10 ore!), il calore raggiungerà l’interno quando sarà già possibile raffrescarlo attraverso il ricambio di aria.

L’applicazione di questo principio, proprio delle architetture tradizionali, alle case prefabbricate in legno passa innanzitutto attraverso la necessità di aumentare la massa dell’involucro, ad esempio preferendo adottare sistemi costruttivi che prevedono soluzioni più massicce, con pareti piene alternate a strati di isolante, capaci di migliorare lo sfasamento termico. È ciò che avviene con la tecnologia X-lam.

La soluzione alternativa è invece quella che interviene sulla tipologia dell’isolante: infatti la scelta di materiali isolanti ad alta densità, come la fibra di legno, influisce notevolmente sulle prestazioni del tamponamento esterno rispetto alle sollecitazioni di natura termica. Invece la tradizionale lana di roccia, spesso utilizzata per le abitazioni in legno costruite in climi freddi, è un isolante di tipo leggero ottimo per proteggere gli ambienti interni dalle basse temperature ma poco performante con quelle alte.

Alle prestazioni ed alle caratteristiche dei singoli materiali, si aggiunge un ulteriore aspetto fondamentale proprio dei sistemi costruttivi in legno, caratterizzati, per loro natura (e se eseguiti a regola d’arte) dall’assenza di ponti termici.

Pertanto la buona progettazione unita all’accurata e precisa esecuzione delle lavorazioni, costituiscono i principali fattori che incidono sulle prestazioni di un’abitazione in legno.

Elena Ottavi

Lo scorso 30 Novembre un vasto e rovinoso incendio ha distrutto la sede storica, il cuore pulsante dell’azienda Cotonella a Sonico nel bresciano. L’edificio, che costituiva l’ex sito produttivo successivamente destinato ad accogliere uffici amministrativi e laboratori, è stato avvolto da fiamme che, in poco più di un’ora e mezzo, hanno lasciato uno scheletro annerito come unico superstite. I danni sono stati ingenti ma non hanno tuttavia impedito all’azienda di ripartire in brevissimo tempo con maggiore slancio, combattività ed entusiasmo. La produzione ed i lavori non si sono praticamente mai interrotti ed è stato immediatamente avviato il grandioso processo di progettazione della nuova sede, che ha come principali interpreti lo studio di architettura J+S Architecture&Engineering e la nostra Albertani Corporates.

Albertani Corporates si è occupata di tutti gli aspetti relativi alla struttura, di cui ha elaborato il progetto e realizzato i singoli elementi. La loro produzione si è svolta interamente all’interno degli stabilimenti dell’azienda.

La struttura portante: i portali

Il nuovo edificio, quasi ultimato, è realizzato interamente in legno. Presenta una pianta più o meno rettangolare, con lato lungo di circa 52 m di lunghezza, e si distribuisce su due livelli, il piano terra più un soppalco.

Il volume è definito dalla successione di undici portali sagomati curvi, con il più alto che raggiunge i 9,50 m di altezza e costituisce la cuspide del sistema della copertura. Sono disposti in parallelo, equidistanti e presentano tutti uguale luce, pari a 15, ma si differenziano l’uno dall’altro per forma, sagoma e tipologia di lavorazione. È quindi stato necessario progettarli e realizzarli singolarmente.

Ciascuno dispone di due o tre cerniere, a seconda della conformazione, e presenta un estradosso sagomato attraverso l’impiego di macchine a controllo numerico. Il ricorso a tali strumenti ha consentito all’azienda anche di realizzare degli speciali incassi finalizzati a nascondere alla vista la ferramenta e gli elementi di connessione impiegati. Sono costituiti da speciali lamelle in legno incollate di spessore pari a 17 mm e rappresentano il sistema di supporto a cui sono appesi la scala che dà accesso al piano soppalcato ed il soppalco stesso.

La copertura e le pareti esterne: il sistema Lignum K® di Albertani Corporates

Come la struttura portante, anche la copertura e le pareti perimetrali, tutte in legno, sono state progettate e realizzate su misura da Albertani Corporates in funzione delle caratteristiche architettoniche e delle prestazioni attese dall’edificio.

Per entrambe le tipologie di elementi costruttivi è stato impiegato il sistema Lignum K®, uno speciale pannello in grado di garantire ottime prestazioni sia dal punto di vista portante che dell’isolamento: si tratta di una tecnologia particolarmente adatta alla realizzazione di coperture, pareti e solai perché consente l’eliminazione delle partizioni secondarie.

Dal punto di vista della composizione, il pannello Lignum K® è costituito da un’anima in materiale coibentante ed è rivestito sulle due facce esterne o da legno listellare (la cui essenza può essere di volta in volta variata e definita a seconda delle esigenze e delle richieste della committenza o del progettista) o da OSB o da altri materiali.

Il sistema Lignum K® è nato da un’idea di Albertani Corporates ed è unico nel suo genere: oltre ad essere totalmente ecologico, garantisce infatti prestazioni fisico – meccaniche che lo rendono estremamente versatile nelle applicazioni. A ciò si aggiunge inoltre l’enorme vantaggio dettato dall’estrema rapidità e semplicità di manovra e posa in opera all’interno del cantiere.

Si tratta, infine, di un prodotto brevettato e certificato REI 60 per la resistenza al fuoco.

Tutti questi aspetti hanno orientato committenza, progettisti ed azienda nello scegliere di impiegare Lignum K® per la copertura e le pareti perimetrali della nuova sede Cotonella.

La copertura consiste in un complesso sistema di falde che raggiunge la massima altezza in corrispondenza del portale più alto ed è definita da tre principali categorie di elementi: il pacchetto coibente, l’impermeabilizzazione e il manto di finitura.

Il primo è quello costituito dall’elemento portante (fuori standard e quindi anche in questo caso realizzato ad hoc) del tipo Lignum K 200, composto da un doppio pannello listellare in abete di spessore 20 mm e da lana di roccia ad alta densità (sp. 16 mm).

Segue lo strato impermeabilizzante, formato dalla guaina impermeabile, dal pannello fonoassorbente a base di gomma e rivestito su entrambi i lati con garza antiaderente, e da una membrana traspirante (ed impermeabile) con filamenti metallici.

Completa il quadro il manto di finitura, realizzato in lamiera di alluminio aggraffata (spess. 8/10) e dotato di elementi con funzione paraneve.

Le pareti perimetrali sono invece realizzate con pannelli Lignum K 170 e, in corrispondenza dei lati corti dell’edificio lasciano spazio a due ambienti porticati.

Sostenibilità e resistenza al fuoco

Il progetto e la realizzazione della sede Cotonella arricchisce il portfolio dell’azienda Albertani Corporates di un nuovo esempio di architettura e sostenibilità: l’impiego del legno e, nello specifico, del sistema certificato Lignum K®, garantisce all’edificio prestazioni elevate dal punto di vista dell’efficienza e del risparmio energetico ed assicura quelle condizioni di comfort e traspirabilità da cui deriva il benessere degli ambienti interni.

È inoltre estremamente significativo come, a seguito di un incendio che ha quasi completamente distrutto l’edificio esistente, la scelta dei progettisti e della committenza si sia comunque rivolta verso la realizzazione di una struttura total – wood. Questo sottolinea e ribadisce ancora una volta che tra i vantaggi che l’impiego del legno porta con sé, c’è anche la sua elevata resistenza al fuoco: nonostante le affermazioni dei detrattori e dei luoghi comuni, si tratta infatti di un materiale che, se sottoposto a combustione, resiste di più e più a lungo rispetto, ad esempio, all’acciaio o al calcestruzzo.

E il progetto per Cotonella dimostra che sono in lenta ma costante crescita la sensibilità e la consapevolezza nei confronti delle potenzialità del legno come materiale da costruzione.

 

Elena Ottavi

Che si tratti di mare, lago o montagna la parola d’ordine è sempre la stessa: legno!

Dall’agriturismo di design al capanno da pesca su palafitte, dalla casa di campagna alla casa galleggiante, il comun denominatore è sempre lo stesso: il legno.

Nella storia dell’architettura le case di campagna sono da sempre dedicate al relax e al contatto con la natura.

Definizione valida ancora oggi in quanto le ville immerse nel verde rappresentano la fuga dal caos della città e l’opportunità di una vita più salutare in paesaggi mozzafiato.

Progettare case in legno nella natura significa cimentarsi in una sfida precisa, dove il dentro e il fuori si connettono tra di loro attraverso relazioni che ampliano i confini della casa proiettando la zona living nell’ambiente naturale sia che si tratti di mare, lago o montagna.

Abitare in una di queste case perfette per il relax, dove l’estetica e il comfort incontrano la sostenibilità e l’innovazione, è un privilegio che molti vorrebbero concedersi.

Scopriamone alcune, sparse in giro per il Mondo:

Siamo a Pescara. D’Annunzio li chiamava ‘ragni del mare’, sono i ‘trabucchi‘, macchine da pesca tipiche della costiera adriatica. Costruzioni che per secoli sono state utilizzate come case da quei contadini che abbandonavano la coltivazione della terra per dedicarsi alla pesca.

A questa tipologia di struttura, quasi sempre realizzata in legno, ancorata alla roccia da grossi tronchi di pino d’Aleppo, si ispira il progetto di studio zero85 che nasce proprio dall’idea di abitare una ‘stanza sul mare‘.

Il progetto della casetta definisce, infatti, una profonda relazione di penetrazioni visive tra il mare e la ‘stanza’, grazie ad un’ampia vetrata che guarda alla spiaggia.

A poco più di un’ora da Londra, in un territorio di 100 acri di verde, si trova Soho Farmhouse, il suggestivo agriturismo del gruppo Soho House.

Qui un vecchio casale del XVIII secolo è stato ristrutturato e arricchito con quaranta bungalow in legno e un cottage, arredati in stile country-chic.

Il progetto, firmato dal progettista Nick Jones e da Vicky Charles (del gruppo Soho House), intende mantenere lo stile tipico e tradizionale della fattoria inglese, senza rinunciare alla modernità degli arredi.

Così, nascono ambienti che racchiudono un mix di stili, dal rustico al tradizionale, al minimal, con dettagli vintage ed elementi di antiquariato.

La Boathouse ospita un ristorante giapponese ed una zona solarium all’aperto con piscina esterna costruita nel laghetto adiacente, dotato di barche per piccole regate.

La struttura dispone anche di un campo da calcetto, una pista da pattinaggio invernale, una palestra, un campo da softball, una zona per bambini, un cinema, e un maneggio. Non manca la Spa, con sauna, bagno turco e bagno ghiacciato.

Nel cuore rurale dello stato di San Paolo, in Brasile, sorge la casa in legno immersa nella natura a firma dello studio MK27, guidato dall’architetto brasiliano Marcio Kogan.

Nel progetto di Casa Catuçaba l’integrazione tra edificio e paesaggio circostante è talmente riuscita che la casa è energeticamente autonoma e autosufficiente.

Immersa tra le colline, realizzata ad un’altezza di di 1.500 metri, su pilastri, la casa di legno è stata concepita come un rifugio, un luogo dove ritrovare il silenzio e il riposo, riconciliarsi con la natura.

Ha quattro camere da letto ed un’ampia zona living, con affaccio sulla vallata.

La sfida per lo studio MK27, nonché la richiesta dei committenti, consisteva nel creare un’abitazione che fosse in grado di smaltire i rifiuti e produrre energia elettrica e calore.

Il risultato sorprende: l’unica residenza in Brasile certificata col massimo punteggio nella classifica del Green Building Council Brasil, la sezione locale dell’ONG internazionale che promuove l’edilizia sostenibile.

L’acqua corrente è quella delle sorgenti che si trovano nei dintorni, l’energia elettrica prodotta dai pannelli solari e fotovoltaici installati sul tetto e dalla turbina eolica.

Le stanze sono riscaldate da stufe a legna e le finestre hanno i doppi vetri per assicurare un controllo ottimale della temperatura. Il tetto è isolato termicamente con carta riciclata, mentre per le pareti sono state utilizzate le fibre compatte ricavate dalle bottiglie di plastica.

Eccetto i due muri che delimitano la casa, edificati con un’argilla locale, impiegata anche per il pavimento interno, d’ispirazione coloniale, il manufatto è una casa prefabbricata che è stata semplicemente assemblata sul posto, in legno sostenibile della foresta amazzonica certificato dalla ONG Forest Stewardship Council.

La facciata a nord, più esposta al sole, è stata dotata di sottili pannelli pieghevoli di eucalipto, alcuni fissi e altri scorrevoli, che servono da schermi per la luce e il calore e riproducono un effetto visivo cinematografico negli spazi interni.

In Romania, sulle rive del Danubio, gli architetti di Lime Studio hanno trasformato una vecchia boat house in un rifugio di design all’ultimo grido, per gli amanti delle case galleggianti.

Tradizionalmente considerate soluzioni povere e poco confortevoli, le case galleggianti stanno tornando di moda come soluzione abitativa. Ecco quindi che, in tutte le città con corsi d’acqua, architetti e designer si sbizzarriscono in relooking  che  trasformano le case sull’acqua in abitazioni di design.

Si chiama DOC, la casa galleggiante sul Danubio, pensata come location a servizio della comunità, per ospitare numerose attività sportive praticabili sul fiume.

Esterni ed interni rientrano perfettamente nei canoni di sostenibilità e integrazione con l’ambiente. La struttura, a basso impatto ambientale, è stata progettata appositamente per essere spostata durante i periodi di innalzamento del livello delle acque.

La novità di DOC consiste nella finalità del progetto: sfruttare nuove opportunità, come quelle offerte dalle case sull’acqua, e dare alla collettività un mezzo per riscoprire antichi e suggestivi luoghi della città.

Valentina Ieva