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Coworking, cohousing e coliving. Quando sostenibilità fa rima con condivisione

Nell’epoca dei social, del lavoro smart e dei freelance, sempre più spesso il singolo, l’individuo, vivono in una dimensione che è globale dal punto di vista della connessione digitale, ma isolata, circoscritta e limitata (ad uno smartphone, un tablet, un pc) sul piano pratico e reale. La tecnologia oggi consente infatti a molti di noi di lavorare da casa (o da qualsiasi altro luogo) pur appartenendo a realtà aziendali complesse e strutturate. Nello stesso tempo tendono ad essere più distaccate ed individuali anche le relazioni nell’ambito abitativo, sia per le esigenze e le dinamiche lavorative di ciascuno, sia per i ritmi più intensi delle nostre vite, al punto che, spesso, i rapporti con i nostri vicini si limitano al solo saluto di cortesia. A volte addirittura nemmeno a quello.

Questi due aspetti, uniti alla sempre più pressante urgenza di tutelare e salvaguardare il nostro pianeta e le risorse che ci offre, stanno aprendo la strada alla riscoperta della comunità e della condivisione, sia per quanto riguarda i luoghi di lavoro, sia per quelli dove abitare. Stanno infatti aumentando, in numero e dimensione, nuove realtà di coworking, cohousing e colinving in cui le persone lavorano, vivono, o lavorano e vivono in comunità, condividendo spazio, tempo e relazioni. Vediamo meglio in che cosa consistono.

Coworking

Coworking significa condividere uno spazio lavorativo comune con altre persone i cui impieghi sono indipendenti: impiegati di aziende diverse e lavoratori individuali come liberi professionisti, freelance e smartworker. Anche i settori di impiego possono essere differenti. Dal punto di vista fisico il coworking si svolge in spazi appositamente realizzati, dotati di postazioni per il lavoro individuale da computer e l’accesso ad Internet e, spesso, anche di banchi ed attrezzature per lavori di tipo artigianale. La scelta di lavorare in spazi di coworking porta con sé numerosi vantaggi. Innanzitutto consente a chi, per scelta o necessità, deve lavorare da casa o lontano dal proprio ufficio, di evitare l’isolamento dell’ambiente domestico e, nello stesso tempo, le distrazioni che questo può implicare. Il coworking, di conseguenza, permette anche, l’instaurazione di dinamiche sinergiche tra i lavoratori partecipanti: la condivisione degli spazi è infatti motore per lo scambio delle idee, delle energie, delle esperienze e per la creazione di rapporti e relazioni di carattere interpersonale e sociale. Infine ci sono gli aspetti legati all’economicità ed alla sostenibilità del coworking: infatti la condivisione di spazi ed attrezzature consente ai singoli lavoratori un notevole risparmio rispetto ai costi di gestione e manutenzione di un ufficio tradizionale e, nello stesso tempo, evita il consumo di risorse necessario a mantenere in attività tanti distinti e separati luoghi di lavoro destinati ciascuno a una persona o poco più. Questa prospettiva virtuosa e sostenibile di tutela e salvaguardia delle risorse del pianeta è alla base della progettazione e realizzazione di edifici per il coworking che potremmo definire green. Si tratta di edifici realizzati secondo i criteri della bioedilizia, del riuso e della riciclabilità, ad elevata efficienza energetica e a basso consumo. Potete trovare alcuni significativi e suggestivi esempi di edifici di questo tipo, in questo post .

Cohousing

Cohousing è sinonimo di abitare condiviso ed è una tipologia abitativa che prevede un complesso di abitazioni private con spazi comuni e servizi condivisi. Come per il coworking questo aspetto permette nello stesso tempo sia il risparmio ed i benefici economici ed ecologici dovuti appunto alla gestione comune di spazi e servizi condivisi, sia stimola ed alimenta la socializzazione e la creazione di relazioni interpersonali e di vicinato tra gli abitanti. I rapporti e la collaborazione tra i coabitanti iniziano spesso già prima della realizzazione delle residenze: essi infatti vengono coinvolti già nelle primissime fasi di ideazione e definizione degli edifici, grazie ad operazioni di progettazione partecipata, alla quale prendono parte i futuri abitanti – proprietari e tecnici esperti.

È proprio in questa prospettiva di sostenibilità economica, ambientale e sociale che risiede la principale spinta per la grande affermazione e la crescente diffusione di questa modalità abitativa. I complessi di cohousing sono in rapido e costante aumento nel mondo ma anche in Italia: nel nostro Paese sono stati già ultimati (o lo sono quasi) numerosi esempi di cohousing. Ne sono un esempio il Cohousing San Giorgio a Ferrara realizzato in X-Lam dallo studio Rizoma Architetture e premiato nel 2015 con il Green Building Solution Award. Il Mura San Carlo, il cosiddetto “condominio solidale” di San Lazzaro di Savena (Bologna), opera di TAMassociati sempre in X-Lam. Il COventidue, nel centro di Milano, prevede il recupero di un immobile preesistente, un edificio in stile Liberty dei primi del Novecento.

Coliving

Infine, dalla fusione – evoluzione di coworking e cohousing, negli ultimissimi anni, sta cominciando ad affermarsi una terza tipologia di condivisione, quella del coliving, unità residenziali dotate sia di spazi di lavoro in comune, sia di servizi condivisi. Si tratta quindi di luoghi che mettono a disposizione degli utenti sia quanto occorre per lavorare (una postazione, connessione ad Internet, laboratori, sale per riunioni) sia spazi e modalità per vivere, condividere esperienze e socializzare al di fuori dell’orario di lavoro. In una realtà in cui il mondo del lavoro ci obbliga a costante cambiamento e flessibilità, il coliving potrebbe rappresentare la soluzione. Il posto fisso dei nostri genitori sta infatti via via scomparendo (o più probabilmente l’ha già fatto) per lasciare spazio a situazioni di continua traformazione ed innovazione che impongono l’importanza di mantenersi sempre aggiornati e formati, di condividere idee, di confrontarsi, di essere connessi, la capacità e la possibilità di adeguarsi alle richieste del mercato, di potersi spostare, viaggiare, trasferire senza troppi vincoli. Ecco dunque che la possibilità di poter avere a disposizione luoghi in cui poter lavorare e vivere a 360°, già dotati di tutti i servizi e le attrezzature necessari e senza limiti di spazio e tempo sembrerebbe, ad oggi, proprio la risposta più efficace, che già alcune startup stanno perseguendo.