Spa, centri termali e strutture ricettive dotate di ambienti ed attrezzature per il benessere sono sempre più diffusi e, soprattutto in questa stagione, costituiscono un’allettante attrattiva per chi è alla ricerca della destinazione ideale per una fuga invernale. Si tratta di luoghi in cui ci si può rilassare, eliminare lo stress, ritrovare l’equilibrio ed il benessere fisico e psicologico grazie a percorsi termali, a trattamenti ed attività con acqua, fanghi ed altri elementi naturali.

I materiali naturali e il legno

In queste strutture i materiali e, nello specifico i materiali naturali, sono utilizzati sia in qualità di ingredienti di particolari trattamenti (acque termali, legno, pietre, fieno, fanghi, ecc) sia, e soprattutto, come materia prima per ricreare ambienti artificiali ispirati alla natura, dove il connubio tra, appunto, i materiali stessi, l’architettura e l’impiego sapiente della luce contribuisce a dare vita a luoghi in cui ritrovare il proprio benessere.

Tra questi materiali naturali, il legno riveste un ruolo di primissimo piano: oltre ad essere naturale ed ecologico, presenta caratteristiche fisico – chimiche che lo rendono particolarmente adatto alla realizzazioni di edifici e di ambienti ad elevato comfort interno. È isolante dal punto di vista sia termico che acustico, è traspirante ed igroscopico e quindi in grado di comportarsi come un naturale regolatore dell’umidità, ha capacità antistatiche ed antiallergiche.

A questi aspetti si aggiungono anche le prestazioni sotto il profilo della resistenza e della sicurezza, che rendono il materiale legno particolarmente adatto anche alla realizzazione di strutture dalle dimensioni importanti.

Dalla Nuvola del Benessere ai resort alpini: alcuni esempi di realizzazioni

Gli esempi di edifici in legno destinati al benessere sono numerosissimi ed in costante aumento.

Tra questi spicca la tanto pubblicizzata Nuvola del Benessere, un’installazione temporanea in legno e vetro realizzata nel parco di QC Terme Dolomiti a Pozza di Fassa. La struttura, risultato della collaborazione del creativo Mao Fusina, dell’artigiano alpino Roberto Duclos e di Alessandro Bolis, direttore artistico del complesso termale, consiste in una camera da letto sospesa e trasparente, dotata dei massimi comfort e con vista speciale sul paesaggio circostante.

Proprio come una nuvola passeggera, è stata attiva per soli cinquanta giorni, dal 31 Ottobre al 20 Dicembre scorsi: durante questo periodo alcuni fortunati hanno avuto il privilegio di rilassarsi al suo interno per una sola notte in cui hanno potuto dormire godendo della magia del cielo stellato e della natura intorno a loro.

L’Hotel Gardenazza in Val Badia consiste invece in una struttura alberghiera situata nel cuore delle Dolomiti e costituita da due parti realizzate in tempi differenti: un progetto di ristrutturazione del 2015 ha portato alla sostituzione di quella più vecchia e risalente agli anni Trenta con un nuovo volume di cinque piani ed a basso consumo. La materia prima principale impiegata per questo intervento è il legno di origine locale: fatta eccezione per le fondazioni ed il piano terra in cemento armato, infatti, il resto della struttura è interamente in legno. Le pareti sono state realizzate con pannelli lamellari incrociati lasciati a vista all’interno e rivestiti da doghe in larice all’esterno.

L’hotel è dotato di svariati servizi, cui centro benessere, solarium, giardino e parco giochi esterni.

Anche nel D.V. Boutique Hotel & Spa di Madonna di Campiglio il legno (larice e rovere in particolare), insieme altri materiali naturali, locali e sostenibili, è stato utilizzato per dare vita ad un ambiente semplice ma allo stesso tempo lussuoso in cui potersi rilassare e ritrovare il proprio benessere.

Il Saleghes Mountain Residence di Selva di Val Gardena è stato interessato nel 2013 da un intervento di ampliamento che ha visto, anche in questo caso, l’impiego per ragioni paesaggistiche e di sostenibilità di materiali naturali: legno e pietra ardesia in primis.

In particolare il legno è stato utilizzato come rivestimento sia all’interno che all’esterno e definisce un legame molto forte tra la struttura ed il contesto.

“L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo”, ripeteva spesso Nelson Mandela. E mai come in questo periodo storico – all’alba di un nuovo anno, intarsiato in una stagione esasperata dall’intolleranza e dalla violenza – le università e i poli di alta formazione possono rappresentare gli hub strategici per costruire nuovi ponti di pace e di conoscenza. Questi infatti sono capaci di saldare i paradigmi della conversione ecologica e dell’innovazione tecnologica nella dimensione pragmatica di saperi sempre più interdisciplinari e multiscalari.

In molte città asiatiche, come Singapore, o nordamericane, come Vancouver, già da anni, tutte le istituzioni pubbliche o che erogano servizi di pubblica utilità, nella volontà di contribuire al rallentamento dei cambiamenti climatici o alla riduzione delle immissioni in atmosfera di CO2, hanno elaborato e stanno redigendo masterplan fortemente orientati alla sostenibilità socio-ambientale. Qui i campus universitari o le accademie di alta specializzazione e ricerca possono assumere una vocazione anche attrattiva nei confronti delle più giovani generazioni di scienziati e studiosi di tutto il mondo.

Al centro di questa rivoluzione copernicana, non solo nelle città evocate ma anche in quelle che verranno di seguito richiamate per la virtuosità delle esperienze condotte, vi è il legno. Ritenuto da molti operatori della filiera, italiana ed internazionale, “il materiale del XXI secolo”, per la sua versatilità funzionale e la varietà delle sue proprietà, nella tecnologia in X-lam (ossia pannelli di legno lamellare a strati incrociati) offre le migliori performance in campo energetico ed antisismico, ma anche estetico e pratico.

Canada. A Vancouver, nel campus della British Columbia, da alcuni mesi sorge uno degli edifici in legno più alti del mondo. Lo studio Acton Ostry Architects, infatti, avendo ricevuto dalla committenza la richiesta di realizzare la nuova residenza universitaria di Brock Commons per ospitare 400 studenti, ha realizzato una torre di 18 piani per un’altezza complessiva di quasi 55 metri. Ad esclusione della base in cemento e dei due nuclei verticali in calcestruzzo, lo scheletro dell’involucro edilizio, come la facciata (costituita da 22 pannelli), è stato realizzato in legno di abete con tavole a strati incrociati. Il nuovo edificio, verificato a regime il comfort termoigrometrico e lo stato di benessere indoor, dovrebbe conseguire, secondo i progettisti, la classe Gold della certificazione Leed.

Singapore. Nella città-stato asiatica, una delle più giovani e creative smart city del mondo, dalla seconda metà del 2015 è precipitato l’ultimo innovativo progetto di DP Architects e UNStudio. La loro Università, fondata in collaborazione con il MIT, si sviluppa secondo geometrie armoniose e fluide, perché dinamico deve essere il processo di apprendimento dei discenti. Le Facoltà, infatti, non si trovano rigidamente all’interno di singoli edifici, ma sono distribuite e sovrapposte nei diversi volumi, con aule, laboratori e sale riunioni collegate attraverso percorsi studiati attentamente per stimolare la contaminazione tra saperi e l’innovazione. I nuovi edifici, sintesi di una progettazione integrata, sono energeticamente “passivi” ed ecologicamente “attivi”: sono stati studiati, quindi, nel loro orientamento, nel consumo energetico ed idrico, nell’ombreggiatura con l’uso di specie autoctone per evitare le isole di calore prevedendo anche tetti verdi.

Sudamerica. A Cayenne, nella capitale del piccolo stato della Guiana francese, gli architetti francesi dello studio RH+Architecture hanno completato nel 2013 il loro reticolato in legno con cui avvolgono interamente l’edificio della biblioteca universitaria del campus del Rectorat de Guyane. L’originale “eco-gabbia” rimodella l’involucro creando una ariosa e luminosa hall di ingresso, una vera galleria polifunzionale a fruizione di studenti e docenti, che consente alla luce naturale di filtrare e di riverberarsi sulla facciata interna della biblioteca in cemento armato, disseminata di finestre rettangolari e quadrate. Il nuovo spazio aperto, che percorre tutto il perimetro della struttura, favorisce una interazione con quello esterno per un dialogo costante tra architettura, cultura e natura.

Italia. Analoga correlazione è stata ricercata, ed ottenuta, a Lodi dall’archistar giapponese Kengo Kuma, autore della recentissima Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano. Il nuovo sistema accademico, che ospiterà almeno 2200 studenti, prevede due volumi, di altezze e funzioni diverse, proiettati sul canale naturale che attraversa il sito. Nel primo edificio sono destinati aule e laboratori per la didattica con un’aula magna da 350 posti; mentre nel secondo troveranno ospitalità i dipartimenti e i centri di ricerca. «Il mio lavoro – ha detto Kuma – punta a creare un’unione tra architettura e natura, valorizzando l’acqua e impiegando diffusamente il legno (che quando possibile preferisco reperire a chilometro zero), ma in piccoli tagli, quasi a misura umana. Il suo uso in architettura è come nella musica: prima della melodia è importante lavorare sul ritmo, che nelle progettazioni è dato appunto dal legno in piccoli tagli. Nel nuovo polo universitario – ha proseguito l’architetto giapponese – ho usato il legno di cedro rosso canadese di tre spessori diversi per assicurare questo ritmo e per garantire, data la destinazione d’uso e attraverso grandi vetrate che consentiranno alla natura di entrare nell’edificio, l’illuminazione e la ventilazione naturale».

Scegliere di realizzare abitazioni o edifici in legno significa innanzitutto progettare e costruire in maniera sostenibile per l’ambiente e salutare per i futuri utenti dell’immobile, senza tuttavia rinunciare alle caratteristiche imprescindibili della stabilità, della resistenza e della sicurezza.

Come ben sappiamo, infatti, il legno è un materiale da costruzione in grado di assicurare prestazioni ottime sotto tutti questi punti di vista: è riciclabile, ecologico, isolante, efficace contro umidità e muffe, resistente, elastico, leggero.

Tali aspetti lo rendono quindi particolarmente adatto e performante per l’esecuzione di abitazioni e di qualsiasi altra tipologia di edificio, di qualunque forma e dimensione, e come materiale costruttivo per edifici total – wood. Questo significa che con il legno e, nello specifico con quello di tipo lamellare, si possono realizzare anche le parti strutturali e portanti degli edifici.

Queste ultime assicurano innanzitutto la stabilità e la resistenza proprie del legno, ma, rispetto ai materiali tradizionali, garantiscono anche livelli elevatissimi di sicurezza contro il rischio sismico ed il rischio incendio.

Le strutture portanti in legno possono essere realizzate facendo ricorso ai sistemi ed alle tecniche costruttive propri di questo materiale, quindi sistemi a telaio e X – Lam.

La struttura nei sistemi a telaio

I sistemi a telaio sono sistemi costruttivi in legno di tipo leggero derivanti dagli antichi Platform – frame e Balloon – frame. Sono costituiti appunto da telai di montanti verticali e correnti orizzontali, tamponati ed irrigiditi ai lati da pannelli in legno (tipo o OSB o simili).

La stabilità e la resistenza delle strutture di questo tipo sono determinate dalla collaborazione fra tutti i singoli elementi e dal loro elevato numero: questo assicura che, in caso di cedimento o crisi di uno di essi, vi sia la risposta compensativa di quelli vicini. Sono caratterizzati da sezioni ridotte e da interassi ravvicinati che, solitamente, oscillano tra il 40 ed i 60 cm.

Dal punto di vista architettonico e del design, la scelta di edifici realizzati con sistemi a telaio non pone assolutamente limiti di alcun tipo per quanto riguarda forma, geometria, volume e materiali di finitura.

La struttura nei sistemi X – Lam

I sistemi di tipo X – Lam sono attualmente quelli più diffusi in Italia nel mercato delle costruzioni in legno. Consistono nell’assemblaggio di elementi portanti di superficie, cioè pannelli massicci ottenuti per sovrapposizione di strati incrociati ed incollati di legno. Il numero di questi strati deve essere sempre dispari (con un minimo di tre) e direttamente proporzionale ai requisiti staticità, stabilità e rigidezza che si richiedono al pannello.

I pannelli X – Lam possono essere impiegati per realizzare indistintamente pareti (sia interne che esterne), solai e coperture. Vengono assemblati in cantiere e collegati tra loro grazie a giunti sagomati e ad elementi di connessione metallici: in questo modo si ottengono strutture rigide dal comportamento scatolare in grado di garantire una stabilità ed una resistenza elevatissime.

Le grandi strutture

Quando si parla di legno lamellare, non si possono tuttavia tralasciare le grandiose possibilità che questo materiale offre dal punto di vista della realizzazione delle grandi strutture. Si tratta di una categoria super – partes nell’ambito dei sistemi costruttivi in legno, perchè ciascun progetto o realizzazione costituisce un esempio a seè. E’ il caso degli edifici destinati ad ospitare attività che richiedono l’impiego di spazi molto ampi o ad accogliere un elevato numero di utenti: come scuole, edifici sportivi, spazi espositivi, strutture per attività produttive.

L’impiego del legno lamellare e delle tecniche di prefabbricazione consente infatti di realizzare elementi tridimensionali autoportanti di qualsiasi forma, geometria e dimensione e che andranno a costituire l’ossatura principale dei grandi volumi finali.

Per averne un’idea basti pensare alla nuova sede Cotonella a Sonico che la ditta Albertani Corporates s.p.a. sta realizzando o alla nuova scuola di Guastalla, progettata da Cucinella.

Quando si parla di case prefabbricate, spesso tendiamo ad associarle all’idea di architetture temporanee, impersonali, estremamente rigide e tutte uguali: ma la realtà è ben diversa. La prefabbricazione riguarda infatti i sistemi e gli elementi costruttivi che, una volta assemblati, daranno vita alla nostra abitazione, ma non esclude tuttavia la possibilità di una progettazione esclusiva e riservata. Anzi: la necessità di definire a priori tutti gli aspetti e le caratteristiche del futuro edificio presuppone l’elaborazione completa del progetto.

Il vantaggio principale che la scelta di un’abitazione prefabbricata porta con sé è il guadagno dal punto di vista dei tempi di realizzazione e, di conseguenza, il risparmio sui costi: infatti, dal momento che la maggior parte delle componenti viene realizzata in stabilimento ed arriva in cantiere pronta per l’assemblaggio, la durata e la quantità delle lavorazioni da effettuare ne risentono in maniera positiva.

Ma vediamo un po’ più da vicino quali sono le tipologie, o meglio, i materiali tra cui possiamo scegliere per realizzare la nostra casa prefabbricata.

Muratura

Cominciamo con il materiale più rappresentativo della nostra tradizione edilizia, quello con cui, senza dubbio, è stata realizzata la percentuale maggiore del patrimonio costruito esistente: il laterizio.

Scegliere una casa prefabbricata in muratura significa quindi impiegare il mattone, materiale classico della nostra tradizione, ma adottando nello stesso tempo sistemi e tecniche costruttive di più recente diffusione.

Questo tipo di abitazioni risulta solido e con buone prestazioni dal punto di vista dell’isolamento termico ed acustico, tuttavia, dal momento che la muratura presuppone l’integrazione di componenti in cemento armato o acciaio con funzione strutturale, in caso di coibentazioni (soprattutto nei giunti e nodi) non progettate o non eseguite a regola d’arte, vi è il costante rischio del manifestarsi dei problemi legati alla presenza di ponti termici.

Cemento

Insieme al laterizio, anche il cemento ha da sempre rivestito un ruolo fondamentale nella nostra tradizione edilizia: si tratta infatti di un materiale in grado di assicurare grande stabilità all’edificio e di garantire ottime prestazioni sotto il profilo della resistenza alle sollecitazioni di tipo sismico.

Tuttavia, se da un lato troviamo la sicurezza, dall’altro ci sono invece performances un po’ meno convincenti dal punto di vista dell’isolamento termico e, di conseguenza, dell’efficienza energetica: alla già bassa capacità isolante del materiale in sè, va infatti ad aggiungersi anche lo spessore ridotto delle componenti che non contribuiscono, quindi, a trattenere il calore all’interno dell’abitazione. Questo aspetto ovviamente si riflette sui consumi e sui costi da sostenere per il riscaldamento invernale ed il raffrescamento estivo e rende necessaria la realizzazione di strati importanti di coibentazione.

Acciaio

Le componenti prefabbricate in acciaio possono essere impiegate per la realizzazione di strutture dalle elevate prestazioni dal punto di vista della sicurezza in caso di eventi di natura sismica. Nonostante questo, si tratta di sistemi costruttivi ancora poco diffusi, soprattutto nell’ambito dell’edilizia residenziale.

Inoltre, una volta realizzata la struttura a secco in acciaio, essa dovrà essere tamponata e rivestita con altri materiali (possibilmente anch’essi posati con sistemi a secco), dalle cui caratteristiche dipenderanno le prestazioni dell’edificio dal punto di vista dell’isolamento e del rendimento energetico. La combinazione più diffusa è quella con il legno, in grado di assicurare l’ottimo comportamento dell’edificio dal punto di vista della resistenza, dell’isolamento termico ed acustico e della salubrità degli ambienti interni.

Ma il legno non è solo tamponamento: le sue caratteristiche intrinseche lo rendono infatti particolarmente adatto e performante per la realizzazione di case total – wood. Vediamone gli aspetti principali.

Legno

Il legno risulta essere il materiale attualmente più diffuso e dalle prestazioni migliori per la realizzazione di case prefabbricate. Oltre ai vantaggi della prefabbricazione in sè (semplificazione delle lavorazioni da eseguire in cantiere, minori tempi di realizzazione, risparmio sui costi) la scelta di una casa prefabbricata di questo tipo porta infatti con sè molti altri vantaggi.

Garantisce innanzi tutto standard molto elevati dal punto di vista della sicurezza, intesa come stabilità, solidità, resistenza alle sollecitazioni di tipo sismico ed al rischio incendio.

A questi vanno ad aggiungersi tutti quegli aspetti legati alle eccezionali prestazioni del legno sotto il profilo termico: ottime capacità di isolamento, sia termico che acustico,ed elevata efficienza energetica. Questo rende le case prefabbricate in legno adatte a qualsiasi condizione climatica, non solo a quelle più fredde, ma anche alle più calde (sull’argomento vedi anche il nostro post Una casa in legno per proteggerci dal caldo estivo).

Infine vi sono il comfort ed il benessere interno che il legno è in grado di assicurare: infatti se da un lato le capacità isolanti garantiscono il mantenimento di una temperatura interna costante ed ottimale, dall’altro ci sono anche la traspirabilità e l’igroscopicità, che permettono la naturale regolazione dell’umidità interna.

Con l’arrivo della stagione invernale e dei primi freddi, nelle nostre case torna a rendersi necessario l’utilizzo dei sistemi di riscaldamento, che incidono in misura consistente sui consumi energetici globali degli edifici e, di conseguenza, sul costo delle bollette. Per questo quando si progettano interventi di ristrutturazione, di ampliamento o di nuova costruzione, è fondamentale considerare e valutare bene tutti i fattori e le caratteristiche in grado di ridurre al minimo l’energia necessaria al riscaldamento dell’ambiente domestico e di assicurare, nello stesso tempo, il massimo del comfort interno.

Ma quali sono questi aspetti e soluzioni in grado di tenere al caldo sia le nostre case sia il nostro portafogli?

L’isolamento termico per evitare le dispersioni

Il primo e fondamentale fattore da considerare è quello dell’isolamento termico, che consente di ridurre al minimo le dispersioni di calore da pareti, copertura ed infissi e che generano, a loro volta, consumi eccessivi e sprechi di energia.

Le prestazioni dell’isolamento di un edificio dipendono sia dalla tipologia dei materiali impiegati, sia dalla qualità della loro posa in opera. Per proteggere le nostre abitazioni dalle basse temperature esterne si può ricorrere alla fibra di legno, alla lana di roccia, alla lana di pecora, al sughero e a tanti altri materiali, possibilmente naturali, che possono essere inseriti in sistemi involucro massicci che lavorano per massa, come nel caso delle tecnologie X-Lam, oppure altamente performanti grazie a densità elevate.

L’isolamento termico di un edificio, inoltre, è efficiente quando è continuo, cioè quando avvolge uniformemente e senza interruzioni il volume riscaldato su tutti i lati a contatto con l’ambiente esterno. Da questo punto di vista l’impiego dei sistemi costruttivi in legno offre il vantaggio di poter realizzare strutture caratterizzate dalla totale assenza di ponti termici, nemici numero uno del comfort interno e causa frequente dei problemi legati alla formazione di umidità e condensa.

Un ruolo importante dal punto di vista dell’isolamento termico è anche quello giocato dagli infissi, in corrispondenza dei quali si registrano i maggiori scambi termici tra interno ed esterno. Gli infissi e il vetrocamera devono essere certificati e devono garantire prestazioni conformi a quelle del resto dell’involucro, ma devono anche essere installati a regola d’arte, evitando cioè quei difetti e quelle imperfezioni (come piccoli spiragli che consentono il passaggio di aria ed acqua) che possono essere causa di ponti termici e di ciò che questi comportano.

Un buon isolamento costituisce quindi il primo aspetto in grado di consentire di ridurre al minimo il fabbisogno di energia della nostra abitazione.

Energia solare e impianti più efficienti per consumare meno

Il secondo fattore da tenere in considerazione per ridurre ed ottimizzare i costi dovuti al riscaldamento invernale della nostra abitazione, è lo sfruttamento dell’energia solare. Infatti l’impiego domestico di sistemi fotovoltaici e di solare termico, seppure incapaci di consentire il raggiungimento della totale autosufficienza energetica, permettono comunque una drastica riduzione del consumo di risorse provenienti dall’esterno, come il metano o il gasolio comunemente impiegati per il riscaldamento, oltre a rispondere positivamente ai criteri della sostenibilità.

Dal punto di vista impiantistico hanno riscontri molto positivi dal punto di vista dell’efficienza energetica e del comfort interno, anche quelle scelte progettuali che prevedono l’installazione di sistemi di riscaldamento a pavimento e di ventilazione meccanica controllata.

Il riscaldamento a pavimento assicura infatti, anche al minimo regime, una temperatura costante ed uniforme in tutti gli ambienti della casa, con notevoli vantaggi dal punto di vista del benessere.

I sistemi di ventilazione meccanica controllata consentono invece l’eliminazione dell’umidità interna ed il ricambio dell’aria senza disperdere calore ed energia: si tratta infatti di impianti in grado di regolare la temperatura dell’aria nuova in entrata attraverso il calore recuperato da quella viziata in uscita.

Il legno per un risparmio fino all’80%

Infine c’è il legno, materiale da costruzione naturale, rinnovabile, riciclabile e, soprattutto dalle prestazioni eccellenti dal punto di vista dell’isolamento termico sia invernale che estivo, dell’isolamento acustico e della regolazione dell’umidità. Tutte queste caratteristiche lo rendono particolarmente adatto per la realizzazione di case prefabbricate, capaci di rispondere ottimamente a qualsiasi tipo di condizione climatica, sia più calde sia più fredde (vedi anche il nostro post Una casa in legno per proteggerci dal caldo estivo).

Inoltre le tecnologie costruttive che impiegano il legno (X-Lam e sistemi a telaio) dipendono strettamente, per loro natura, da una progettazione dettagliata ed accurata di tutti i nodi ed i particolari: questo consente la previsione del comportamento termico generale dell’edificio ed esclude la presenza di ponti termici.

Si stima che il risparmio energetico che una casa prefabbricata in legno a basso consumo rispetto ad una costruita secondo tecnologie tradizionali, possa raggiungere, in termini di spesa, punte fino all’80%.

Studenti universitari fuorisede e anziani, ma anche cittadini di origine straniera e neosposi. Il social housing, è la tipologia edilizia che consente di disporre di una abitazione a canone calmierato alle utenze deboli individuate che non possono permettersi di pagare un mutuo e non rientrano negli elenchi dell’edilizia residenziale sociale. Una pratica sempre più diffusa nel nostro Paese, sia per la crescente sensibilità ecologica accolta tra tecnici e imprenditori, che per la scelta del modello realizzativo in legno.

A corroborare questa tesi, anche i numeri dell’ultima indagine curata da Federlegno Arredo: nel 2015, oltre 3400 sono state le nuove costruzioni in legno, pari al 7% sul totale dei permessi di costruire, per un totale di quasi 700 milioni di euro di valore immobiliare. E, soprattutto, con un trend in forte crescita negli ultimi anni, ancor più se confrontato con gli edifici in acciaio o in cemento armato.

La proliferazione di questa tipologia edilizia nelle zone semicentrali o periferiche di città sempre più orizzontali e distribuite è dovuta anche ad una atomizzazione della società che spinge per modelli insediativi diversi e più flessibili. Fattore che sembra essere supportato dalle evidenze della ricerca condotta dai docenti di estimo dell’Università Iuav di Venezia Ezio Micelli e di urbanistica della Xi’an Jiaotong-Liverpool University in Cina Paola Pellegrini. Per questi, nei centri storici delle decine di città dell’Italia centrosettentrionale indagate sarebbe inutilizzato quasi il 40% del patrimonio residenziale disponibile.

Vediamo quindi una panoramica tra alcune pratiche italiane ed internazionali innovative e di particolare successo. A caratterizzarle non solo una mixité dimensionale, ma anche da una varietà funzionale degli spazi in comune, orientate ad elevare la qualità dell’esperienza domestica quotidiana. Il tutto nel paradigma della sostenibilità ambientale.

Brescia. Nella città lombarda, su impulso dell’agenzia regionale per l’edilizia residenziale e su progetto dello studio di architettura 5+1AA, sono stati realizzati in località San Polino 72 nuovi appartamenti suddivisi in quattro edifici di quattro piani in legno. Per la costruzione, avviata dopo il 2011 e completata in 5 mesi, si è impiegata la modalità della prefabbricazione a secco, con pannelli portanti di Xlam – legno massiccio a 5 strati incrociati – di diverso spessore per le elevazioni, completate da cappotto esterno, e per gli orizzontamenti. La progettazione integrata, avviata sin dalla fase preliminare, ha permesso di definire con precisione le misure delle aperture dei componenti industrializzati per un montaggio veloce e preciso in cantiere che ha generato l’assenza di ponti termici. Inserito nello scenario paesaggistico che ha il Monte Maddalena sullo sfondo e del quale sono stati ripresi in facciata i colori autoctoni, il complesso edilizio prevede soluzioni tecnologiche notevolmente evolute per il raggiungimento di alti standard di efficienza energetica. Oltre a un grande pannello fotovoltaico in copertura, che rende autosufficiente i 4 edifici in legno, è stato previsto che ogni unità abitativa disponesse di un proprio impianto di ventilazione meccanica controllata a doppio flusso con recupero di calore ad alta efficienza per garantire il giusto ricambio d’aria.

Appartamenti-Brescia

Appartamenti Brescia
Fonte: aler-image rubner.com

Milano. Il capoluogo meneghino ospita, secondo la stampa internazionale, una delle più moderne esperienze europee di social housing in legno. L’intervento, battezzato “Una comunità per crescere” e progettato dallo studio fiorentino di architettura diretto da Fabrizio Rossi Prodi, ha previsto la realizzazione in poco più di un anno in Via Cenni, su un’area di 17mila metri quadrati, di 4 torri da 9 piani, alte 27 metri e per un totale di 124 appartamenti di diversa tipologia e superficie. Se il “cuore” della comunità è costituito da un parco interno, la “testa” è illuminata dai green roof e dai giardini officinali, non dimenticando le “arterie” individuate da quegli spazi in comune destinati alla lettura e alla cultura, alla socializzazione e all’incontro.

Social Housing Milano

Social Housing Milano
Fonte: cennidicambiamento.it

Trento. Dal nome di un albergo demolito di cui ha preso il posto, la nuova residenza per studenti universitari Mayer di Trento risalta per le moderne tecnologie di bioedilizia utilizzate. La struttura in Xlam, con pannelli di spessore 10-15 cm, garantisce resistenza al fuoco e comfort termo-igrometrico. L’edificio sarà riscaldato da una pompa di calore da 90 Kw, che estrarrà il calore da acqua di falda a 14 °C in media. Sul tetto, in parte coperto da vegetazione per aumentarne l’isolamento, saranno ospitati 20 kW di fotovoltaico. Un sistema di ventilazione, infine, con scambio di calore penserà invece al ricambio d’aria dei locali, azionato da sensori che misurano in ogni stanza il tasso di CO2.

Trento, Mayer

Trento, Mayer
Fonte: www.archiportale.com

Parigi. Nel quartiere periferico di La Chapelle, commissionato dalla società immobiliare per l’housing sociale Siemp, già da qualche anno sorge un innovativo complesso residenziale destinato all’edilizia sociale progettato dallo studio di architettura locale KOZ Architectes. Tête en l’air (letteralmente “Testa nell’aria”) – questo il nome dell’iniziativa – prevede di recuperare l’edificio esistente e ampliarlo con una nuova struttura capace di accogliere 30 nuove unità immobiliari totali. Il perno del progetto è rappresentato da un ampio giardino in direzione sud che funge da cerniera tra vecchia e nuova struttura, ortogonale alla precedente. Su questa micropolarità naturale si affacciano direttamente tutti gli appartamenti al piano terra creando così una armonica connessione tra spazio pubblico e spazio privato. Il legno è stato adottato in modo radicale: dalla struttura a telaio ai rivestimenti esterni, tutto è in legno di larice, con performance energetiche elevatissime. Ai piani superiori si trovano volumi cubici di legno a sbalzo, orientati verso l’interno, che offrono l’occasione di disporre di una geometria variabile come variabile è anche la funzione interna predisposta. La copertura piana, infine, studiata per ospitare lavanderie, è costituita da porzioni praticabili intervallate da aree verdi non accessibili, oltre a contenere i moduli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.

Parigi, La Chapelle

Parigi, La Chapelle
Fonte: arketipomagazine.it

Nella società contemporanea e nelle nostre quotidianità è sempre più importante (se non imprescindibile) il ruolo che il mondo dello sport, del wellness e della cura del corpo rivestono, dal punto di vista sia fisico – fisiologico che sociale. Per questo è fondamentale, quando si progettano o si realizzano strutture destinate allo svolgimento di tali attività, orientare le proprie scelte verso l’obiettivo primario del benessere. E sotto questo profilo, l’impiego del legno e, nello specifico, del legno lamellare, risulta impareggiabile perché è in grado di offrire la risposta più completa a tutte le complesse esigenze che la realizzazione di questo tipo di strutture comporta. Vediamo come.

Cinque buoni motivi per scegliere il legno

1)              Innanzitutto perché l’impiego delle tecnologie costruttive basate sull’utilizzo del legno lamellare consente la realizzazione di strutture di qualsiasi forma e dimensione: palestre, palazzetti, maneggi, stadi sono infatti, innanzitutto, grandi strutture contraddistinte da ampie luci e da altezze elevate. Tali caratteristiche sono determinate e variabili in funzione della specialità sportiva principale a cui l’edificio è destinato, ma risultano comunque sempre molto considerevoli. Da questo punto di vista il legno consente risultati e prestazioni eccezionali: tamponamenti ed elementi strutturali possono infatti essere realizzati “su misura” per rispondere a qualsiasi esigenza di forma e dimensione. Inoltre preferendo il legno ai materiali tradizionali si ottengono strutture più leggere oltre che più semplici e veloci da realizzare.

2)              Il secondo, fondamentale punto a favore del legno riguarda l’enorme fabbisogno energetico che la gestione di questi edifici richiede: è essenziale che l’involucro esterno sia progettato e realizzato a regola d’arte e che sia in grado di garantire il massimo risparmio energetico possibile. Come ben sappiamo il legno è infatti un materiale in grado di fornire prestazioni ottime dal punto di vista dell’isolamento (sia termico sia acustico), per cui costituisce un valido alleato contro la dispersione di energia e, di conseguenza, di risorse.

3)              Le caratteristiche intrinseche del legno assicurano all’ambiente interno anche condizioni ottimali dal punto di vista della naturale regolazione dell’umidità. Come avevamo già messo in luce in questo post, il legno è infatti un materiale traspirante ed igroscopico e, in virtù di ciò, è in grado di assorbire e di far fuoriuscire per capillarità l’umidità in eccesso presente all’interno di un ambiente. Ed in un luogo dedicato alla pratica di sport non è cosa da poco!

4)              Un altro degli aspetti a favore dell’impiego del legno per la realizzazione di edifici destinati allo sport, è quello che riguarda le sue qualità estetiche: si tratta infatti di un materiale in cui bellezza e tecnologia costituiscono i termini inscindibili di un’equazione che ha come risultato il top delle prestazioni.

5)              Come ultimo aspetto: la sostenibilità, tematica più e più volte evidenziata all’interno del blog ma che risulta, a mio avviso, fondamentale nell’ambito di questa categoria di edifici. Se infatti il progetto ha come obiettivo la realizzazione di una struttura dedicata allo sport ed alla cura del corpo, la scelta di un materiale naturale, salubre e riciclabile è essenziale per il benessere di tutti i futuri utenti.

Qualche esempio di realizzazione

Gli esempi di realizzazione di edifici in legno dedicati allo sport ed alla cura del corpo sono numerosissimi e sparsi in tutto il mondo. Si tratta di strutture molto diverse tra loro per tipologia, forma, dimensione e tecnologia impiegata, ma tutte hanno nel legno il comune denominatore.

FT Architects, Archery hall and boxing club, Tokyo, 2013. I due edifici sorgono all’interno della Kogakuin University (West Tokyo) e sono dedicati rispettivamente al Kyudo (il tradizionale tiro con l’arco giapponese) ed alla boxe. Le premesse alla progettazione riguardavano l’esigenza di realizzare una struttura a basso costo con legname locale e di ottenere due sale aventi spazio libero di 7,2 x 10,8 m. La struttura è stata ottenuta attraverso il semplice assemblaggio a mezzo bulloni e dadi di piccole sezioni di legno.

SCHEMAA, Salle multisports Nathalie Mauclair, Champagné, 2015. Il progetto nasce dall’esigenza di realizzare una sala polisportiva complementare ad una palestra esistente. Il nuovo volume, pulito e cristallino, si pone in continuità con il vecchio, a finitura opaca. Le strutture portanti sono costituite da elementi lamellari inclinati che, unitamente all’involucro esterno in policarbonato traslucido conferiscono grande dinamicità al complesso.

Architecture 54, Gymnase de Costebelle, Hyères, 2016. Si tratta di una palestra dedicata agli studenti del Lycée Costebelle ed alle associazioni sportive locali. L’architettura è estremamente sobria ed ha nella pulizia delle linee e nella geometria il suo principio generatore: è infatti la griglia a maglia triangolare ciò che definisce le facciate e costituisce la chiave di lettura del rapporto tra l’edificio e la luce naturale.

Zaha Hadid Architects, Eco Park Stadium, Stroud (UK), 2016. Lo studio fondato dalla visionaria Zaha Hadid si è aggiudicato il concorso di progettazione del nuovo stadio della squadra (vegana!) dei Forrest Green Rovers. Il nuovo stadio sarà realizzato quasi completamente in legno, dalla struttura alla copertura, e sarà il primo nel suo genere. Una membrana trasparente ne costituirà la finitura rendendo possibile, nello stesso tempo, la crescita dell’erba nel campo da gioco, la protezione degli spettatori e la riduzione dell’impatto visivo dell’impianto dall’esterno.

ALBERTANI CORPORATES s.p.a. . Sono numerosissime anche le strutture sportive che hanno visto la partecipazione alla loro progettazione e realizzazione dell’azienda Albertani Corporates s.p.a.. Le tipologie e le tecnologie impiegate sono differenti e variano in funzione delle esigenze strutturali e della forma.

Tra le realizzazioni Albertani nell’ambito dell’edilizia per lo sport troviamo edifici destinati a svariate specialità: come la piscina coperta di Castano Primo (Milano), una grande costruzione ad arco costituita da due corpi distinti, con una parte fissa ed una scorrevole ed apribile, e la piscina coperta di Forlì (Forlì – Cesena), la cui copertura è definita da grandi trave sagomate in legno lamellare.

La copertura del Palaindoor di Ancona (il più grande impianto stabile per l’atletica al coperto di tutta Italia), un’imponente volta lamellare che sostiene un complesso sistema di luci, e il palasport di Busto Arsizio (Milano), esempio di geodetica in legno.

Il maneggio La Mandria di Venaria (Torino), una spettacolare struttura costituita da capriate reticolari con luce di 50 m, e la tribuna del campo da calcio di Zamora (Spagna), una grande “trave a mensola” con elementi diagonali di irrigidimento.

Nell’ambito dell’edilizia residenziale c’è un aspetto su tutti al quale si tende a riservare un’attenzione particolare: quello della sicurezza, che costituisce un requisito imprescindibile sia nelle scelte e nelle decisioni dei progettisti, sia nelle valutazioni di chi si accinge ad acquistare o a realizzare la propria abitazione. Si tratta infatti di un aspetto che influisce fortemente sulle prestazioni dell’edificio e che riguarda, in egual misura, sia le case costruite impiegando i materiali e le tecnologie tradizionali, sia quelle in legno.

Persiste tuttavia, in relazione a queste ultime, la tendenza a considerarle meno sicure, nonostante gli specifici studi tecnico – scientifici condotti sul tema e le reali prestazioni dimostrate e certificate dagli edifici già realizzati in tutto il mondo.

Cerchiamo quindi, in questo post, di fare un po’ di chiarezza sull’argomento, analizzando un po’ più nello specifico le caratteristiche e le performances di una casa o di un qualsiasi altro edificio in legno dal punto di vista della sicurezza, ed approfondendo i diversi fattori ed aspetti che entrano in gioco.

Sicurezza come stabilità e resistenza meccanica

Il primo aspetto che qualifica una casa (o un altro edificio) come sicura è quello individuato dalla sua stabilità e dalla sua capacità di resistere alle sollecitazioni di tipo meccanico. I materiali e le tecnologie impiegati in ambito costruttivo devono infatti essere in grado di garantire, in primis, la resistenza a compressione ed a trazione dei singoli elementi costruttivi in funzione dei pesi e dei carichi a cui sono sottoposti e delle dimensioni e della geometria della struttura.

E da questo punto di vista il legno (quello lamellare in misura anche maggiore) è, per sua natura, un materiale in grado di assicurare prestazioni elevatissime: oltre ad una resistenza ottima, può infatti vantare, rispetto al tradizionale cemento armato ed all’acciaio, anche maggiore elasticità e leggerezza. Inoltre il valore aggiunto che queste ultime due caratteristiche portano con sè, acquista un peso maggiore se considerate in relazione al verificarsi di eventi di eventi di natura sismica: esse infatti, unite alla resistenza, consentono ad un edificio realizzato con questo materiale, di fornire risposte ottime alle sollecitazioni complesse che si manifestano in occasione dei terremoti.

In tali frangenti l’elasticità permette alla struttura in legno di comportarsi, appunto, in maniera elastica, assecondando le oscillazioni indotte dal sisma sull’edificio, senza che quest’ultimo ne risulti gravemente danneggiato. La leggerezza riduce invece la massa del corpo sottoposto alla sollecitazione sismica.

L’impiego del legno e, in particolare del sistema costruttivo X-Lam, consente inoltre un ulteriore miglioramento della risposta dell’edificio al terremoto: le costruzioni realizzate con questa tecnologia sono infatti in grado di comportarsi in maniera scatolare e di scaricare le sollecitazioni subite sul sistema di fondazione, senza rischi di cedimenti in corrispondenza dei nodi.

Sicurezza come resistenza al fuoco

Anche dal punto di vista della resistenza al fuoco una casa in legno è in grado di assicurare prestazioni migliori rispetto a quelle di abitazioni realizzate secondo tradizione.

Infatti, benchè il legno sia per sua natura un materiale combustibile, ha dalla sua anche la vantaggiosa capacità di riuscire a mantenere inalterate la propria struttura molecolare e le sue prestazioni, quando viene sottoposto al fuoco. Quando questo accade, grazie al fenomeno della carbonatazione (per maggiori info vedi anche il nostro post Case in legno che resistono al fuoco:realtà o fantasia?) lo strato più esterno del materiale va a costituire una sorta di guscio protettivo della sezione più interna della struttura, impedendone il cedimento improvviso e preservandone, quindi, la stabilità.

Lo stesso non avviene per acciaio e cemento armato, materiali che se sottoposti a temperature elevate tendono rapidamente al collasso.

Sicurezza come resistenza alle effrazioni

La sicurezza della propria abitazione dal punto di vista della resistenza ai tentativi di effrazione non dipende dal materiale o dalla tecnologia costruttiva impiegati per realizzarla: solitamente infatti la maggioranza dei furti e delle intrusioni avviene attraverso porte o finestre lasciate aperte o forzate dall’esterno. Sono quindi le aperture i punti deboli di qualsiasi casa ed è su questi che occorre lavorare per aumentarne il grado di sicurezza: è quindi importante scegliere infissi omogenei in tutte le loro componenti, certificati, con telaio, ferramenta e tipologia di vetro adeguati alle esigenze.

Inoltre la scelta del legno come materiale da costruzione della propria abitazione non preclude in alcun modo la possibilità di installare sistemi blindati ed impianti di allarme.

Sicurezza come salubrità dell’ambiente domestico

Chiudiamo il quadro sulla sicurezza delle case in legno soffermandoci sulla stretta relazione che sussiste tra i materiali impiegati ed il benessere interno dell’abitazione. Come già evidenziato in questo post di un po’ di tempo fa, la scelta del legno assicura condizioni interne molto migliori dal punto di vista termico, dell’umidità e della qualità dell’aria. Si tratta infatti di un materiale dalle ottime capacità isolanti, traspirante ed igroscopico: sul piano pratico queste caratteristiche si traducono nella garanzia di condizioni termiche interne ottimali e costanti in tutte le stagioni e nella naturale regolazione del livello di umidità. Questi aspetti incidono a loro volta sulla qualità e salubrità dell’aria interna, preservata dalle contaminazioni derivanti dalla presenza di funghi e muffe che proliferano invece in ambienti soggetti ad umidità e sbalzi termici.

Il legno vanta, infine, anche capacità antistatiche ed antiallergiche ed è in grado di agire come parziale schermo contro l’inquinamento elettromagnetico ormai sempre più diffuso.

Il 2° Rapporto Case ed Edifici in Legno condotto dal Centro Studi Federlegno Arredo Eventi, con la collaborazione di numerose imprese del settore, per il secondo anno propone una mappatura dettagliata del mercato degli edifici a struttura in legno costruiti in Italia nel 2015 e del loro valore di produzione, basandosi sull’elaborazione dei dati forniti dalle 248 aziende coinvolte nell’indagine.

Il risultato in numeri rileva che un’abitazione su 14 è realizzata in legno e più di 3.400 nuove abitazioni sono state realizzate in legno nel corso del 2015.

Lo studio ha analizzato diversi aspetti: dall’edilizia in legno in Italia in termini di numero di edifici costruiti alla tecnica costruttiva più diffusa, dalla distribuzione territoriale delle aziende e del loro fatturato, alle abitazioni costruite per Regione, dalla stima del mercato nazionale, confronto con l’industria delle costruzioni in Italia e con la produzione di edifici prefabbricati in legno degli altri Paesi Europei.

E il trend non sembra arrestarsi. La distribuzione territoriale delle abitazioni vede la Lombardia al primo posto con il 20% delle costruzioni realizzate, seguita da Veneto (18%) e Emilia Romagna (15%).

Le costruzioni in legno, infatti, tengono conto sia della sostenibilità ambientale che degli standard prestazionali.

Il legno è spesso protagonista di ristrutturazioni e lavori di recupero. Unisce le linee armoniose della natura con la duttilità tipiche del materiale.

Ristrutturare la casa  è meno oneroso, grazie ai bonus fiscali che restituiscono fino a 96mila euro in 10 anni. Se poi l’obiettivo è aumentare l’efficienza energetica, la detrazione sull’Irpef sale dal 50 al 65%.

Per questa ragione uno dei materiali migliori per questo tipo di interventi è il legno: una scelta ecologica, gradevole esteticamente, ma soprattutto efficace dal punto di vista edilizio.

La bioedilizia, che spopola sempre di più, è in grado di abbattere i costi dell’energia utilizzata per raffreddare o riscaldare la casa del 20-30%, ammortizzando in breve tempo l’investimento iniziale. Per costruire un edificio in legno in media è immesso nell’atmosfera il 35% in meno di gas serra rispetto al calcestruzzo.

Realizzare pareti, soffitti, pavimenti e arredi in legno, garantisce oltre che vantaggi tecnici, ormai noti, ribaditi e ripetuti, indubbi risultati visivamente soddisfacenti e suggestivi.

Vediamo alcuni esempi in cui il legno domina la scena, sparsi in tutta Italia, da Bolzano a Catania.

Il progetto di recupero a cura di studioata nel centro storico di Pragelato (TO) ha previsto il recupero di quattro baite storiche, e il ridisegno del vuoto urbano sul quale si affacciano. Bassi consumi, rispetto della tradizione e materiali naturali ne fanno un esempio virtuoso di ristrutturazione urbana in ambito montano.

Nell’intero complesso sono stati realizzati complessivamente 33 alloggi di diversa dimensione, un locale polifunzionale, una caffetteria-negozio.

Principi ecologici, unità e semplicità sono gli ingredienti essenziali del progetto di Modus Architects per il nuovo rifugio Edelrauthütte (Selva dei Molini, Bolzano).

La memoria del vecchio rifugio rimane nel vuoto della terrazza. Grandi pietre segnano la sua impronta e dimensione. Il legno con cui è rivestito il nuovo rifugio è anch’esso un atto di rispetto e di continuità con la storia passata.

Nel BVR Loft a Rimini, progetto di ARCHINOW!, un listello in multistrato di betulla finlandese placcata sua ambo i lati in laminato bianco diventa il “modulo” che, ripetuto “n” volte crea nuove destinazioni diventando ora una cucina separata, un camino, una quinta con affaccio per un’area relax- studio o un ingresso.

Per la Benci House, il green boutique hotel nel centro storico di Firenze, il progetto delle quattro camere nasce dalla consistenza materica del legno e porta la firma dello studio Archea Associati.

Qui il design e la materia si fondono con la funzionalità e l’ecosostenibilità. Ciascuna delle quattro camere è definita da un’essenza differente – noce, rovere, castagno, cipresso – con cui sono realizzati i pavimenti, le boiseries e i vari elementi d’arredo che si muovono sulle superfici orizzontali e verticali, proponendo esperienze tattili, olfattive e visive del mondo naturale: l’albero, il nido, la catasta di tronchi, muschi, cespugli e rampicanti.

A Catania lo studio tuttiarchitetti è riuscito a ricavare da una stanza di 48 mq 4 stanze di 16 mq. Nella FGV House due portali di legno rovesciati e girati a 90°, in pannelli multistrato di betulla, riescono a far ‘scomparire’ il soppalco di metallo, pesante fardello della precedente ristrutturazione, restituendo “aria” allo spazio.

Una reinterpretazione dei tradizionali scuri in legno massello completa la spazialità di questo piccolo-grande monolocale, modulando opportunamente la luce delle sole due grandi aperture.

Le architetture industriali sono edifici la cui caratteristica principale si individua nelle grandi dimensioni e nella necessità di dare risposta, in primis, a requisiti di efficienza economica e funzionale. Essendo infatti destinati ad attività di tipo produttivo, necessitano di superfici ampie e di altezze elevate allo scopo di consentire lo svolgimento delle attività, di ospitare macchinari, di permettere l’accesso e il movimento di eventuali mezzi di trasporto, di svolgere funzione di magazzino e deposito.

Si tratta di architetture il cui valore viene spesso ridotto al soddisfacimento delle rigide dinamiche e dei parametri imposti dal mercato, come evidenziava Giuseppe Pagano già negli Anni Trenta: “Uno [disordine di valutazione] […] è quello di considerare la costruzione industriale una sottospecie edilizia: roba da tirar su alla svelta senza tante pretese. Questo errore di valutazione […] è origine di gravi danni alla periferia delle città […]. Bastano già queste considerazioni per far comprendere come l’architettura industriale, o per lo meno quella che potrebbe o dovrebbe chiamarsi architettura industriale, si risolva molto spesso in una serie di sconnessi baraccamenti o in una scenografica sfilata di presuntuosi e anacronistici paraventi. Quello che potrebbe essere un prezioso contributo per la più estrema e meno retorica espressione di architettura moderna, intesa come arte e come tecnica, diventa spesso un mediocre elaborato senza carattere”. (Giuseppe Pagano, Architettura industriale in Italia, in Le Arti (1938 – 1943), Anno I, Fascicolo IV).

Sono passati quasi ottant’anni da questa pubblicazione, eppure colpisce ancora l’estrema attualità delle tematiche che affronta: certo, nel corso dei decenni ci sono stati cambiamenti profondi che hanno riguardato la società, le città, il mondo del lavoro e l’industria stessa, eppure il dibattito sul ruolo e sulla “giusta forma” dell’architettura industriale non sembra chiuso né tantomeno risolto.

Inoltre, se all’inizio del Novecento, il Movimento Moderno trovava la sua massima espressione nell’impiego delle “nuove” tecnologie del cemento armato e dell’acciaio, oggi l’approfondimento degli studi sui materiali, lo sviluppo tecnico – scientifico e le sempre più pressanti esigenze imposte dai criteri della sostenibilità e dell’efficienza, stanno aprendo la strada all’utilizzo del legno.

L’utilizzo del legno nelle architetture industriali: leggero e resistente

Si tratta infatti di un materiale in grado di garantire prestazioni molto più favorevoli rispetto all’acciaio ed al cemento armato prefabbricato, solitamente utilizzati per la realizzazione dei grandi edifici a destinazione industriale. Tuttavia, rispetto a questi, è molto più leggero e molto più resistente.

La maggiore leggerezza porta con sè la possibilità di realizzare strutture di fondazione più contenute e di dover trasportare, manovrare e mettere in opera tutti gli elementi in maniera molto più semplice. Con notevole risparmio dal punto di vista dei costi.

La resistenza è invece massimizzata grazie alle tecnologie lamellari e X-Lam, in virtù delle quali è oggi possibile realizzare elementi costruttivi per luci molto grandi. L’impiego del legno assicura inoltre ottima resistenza alle sollecitazioni di tipo sismico ed al fuoco.

A questi vanno aggiunti anche tutti quegli aspetti legati alla sostenibilità del legno: si tratta infatti di un materiale naturale, la cui produzione e lavorazione producono un impatto ambientale molto minore rispetto a quello di acciaio e calcestruzzo. È inoltre una risorsa rinnovabile e riciclabile e che permette, quindi il riuso del materiale in caso di dismissione o smantellamento di un edificio industriale.

L’utilizzo del legno nelle architetture industriali: da solo o in maniera ibrida?

Per la realizzazione di edifici di tipo industriale, il legno può essere impiegato da solo o in maniera ibrida insieme ad altri materiali. Sono numerosissimi i progetti che vedono l’applicazione di questo materiale nella realizzazione o nell’ampliamento di strutture destinate ad ospitare attività produttive.

Tra questi troviamo, ad esempio, l’Atelier ECOTIM II a Rotherens (Francia) opera dello Studio Architectures Amiot – Lombard: l’edificio ospita i laboratori di un’azienda che si occupa della produzione di sistemi costruttivi in legno. Prende spunto dalla tipologia rurale del fienile ed è realizzato quasi completamente in legno, con copertura in speciali capriate e rivestimenti esterni in legno, calcestruzzo e policarbonato.

A Vicenza c’è invece Corte Bertesina, un’azienda agricola che ha sede in un tipico edificio rurale a corte: qui i progettisti dello studio Traverso – Vighy hanno completato e rigenerato in chiave sostenibile il nucleo edilizio ottocentesco, attraverso l’impiego di sistemi prefabbricati leggeri in legno, acciaio e pietra.

Anche Albertani Corporates s.p.a. ha spesso messo il proprio impegno nella realizzazione di edifici industriali, come lo zuccherificio di Castiglione Fiorentino o le Industrie Chimiche Puccioni a Vasto.