,

Il risanamento energetico per accrescere il comfort domestico

La ratifica dell’accordo di Parigi sul clima e contro il riscaldamento globale da parte del Parlamento Europeo dovrebbe spingere nuovamente tutti gli operatori dell’edilizia e dell’architettura ad interrogarsi sulla sempre più urgente e necessaria conversione ecologica dell’“industria delle costruzioni”. Secondo uno studio elaborato dall’ex climatologo della Nasa James Hansen insieme ad altri 11 esperti in materia, infatti, la temperatura globale ha raggiunto un livello che sulla Terra non si vedeva da 115mila anni: con l’aumento attuale delle emissioni di gas serra, il 2016 potrebbe chiudersi con una temperatura di 1,25 gradi più alta rispetto ai livelli preindustriali.

Occorrerebbe, pertanto, non solo agire rapidamente, ma soprattutto efficacemente, sul segmento residenziale che con il 29% è, dopo quello dei trasporti, il secondo settore in Europa per consumi energetici. La corsa al risanamento energetico dell’ingente patrimonio edilizio esistente, favorita potenzialmente dalla direttiva europea 2010/31/Ue che impone entro il 2021 di avere buildings ad energia quasi zero, ma anche dall’esigenza di riqualificare il costruito per non consumare o impermeabilizzare inutilmente nuovo suolo, dovrebbe vedere il nostro Paese in prima linea, essendo in possesso di un know how scientifico e tecnologico d’avanguardia, ma per i cronici ritardi di un Sistema-Paese incapace di investire nell’innovazione, sebbene ci siano delle virtuose eccezioni, oggi siamo tra gli ultimi in Europa per efficienza energetica.

Quella che oggi, quindi, è una notevole criticità, tuttavia, potrebbe rappresentare anche una straordinaria opportunità per invertire la tendenza e adottare una strategia integrata capace di affrontare nel modo giusto la complessità della contemporaneità. Del resto, dei quasi 14 milioni di edifici distribuiti nel nostro Paese, 12 milioni circa sono adibiti ad uso residenziale con il 70% di questo patrimonio edificato prima del 1976. Con la conseguenza che, attualmente, per il medio consumo di 170 Kwh/mq/anno del nostro stock residenziale che si traduce nel 35% dei consumi energetici totali, l’Italia è tra i principali paesi europei ad essere “energeticamente dipendente” dagli altri.

Nello specifico, secondo alcune ricerche dell’Enea, il riscaldamento è responsabile del 57% dei consumi energetici e sarebbe fondamentale, conseguentemente, agire nella rivisitazione dei suoi paradigmi tecnici per produrre non solo un maggior comfort domestico, ma anche consistenti benefici ambientali, oltre che economici, per tutto il Paese. Il risanamento energetico, per una sua corretta attuazione, si articola in tre progressivi stadi: 1) riduzione delle dispersioni e miglioramento dell’efficienza dell’involucro; 2) miglioramento dell’efficienza impiantistica; 3) ottimizzazione della gestione attraverso l’uso di energie rinnovabili. Vediamo, in sintesi, ciascuna categoria.

Ridurre le dispersioni. Soprattutto nei climi mediterranei, nei quali il principale problema è il raffrescamento estivo e nei quali è ancora più importante una seria progettazione bioclimatica condizionata dall’orientamento solare, dovranno evitarsi iperisolamenti preferendo soluzioni che prevedono l’uso di schermature fisse sulle facciate esposte a sud, l’automazione per le schermature mobili e l’adozione di infissi con vetri a bassa emissività.

Migliorare l’efficienza impiantistica. Una delle tecnologie oggi più affidabili, sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento, è la pompa di calore. A seconda dei climi e delle temperature d’esercizio, tuttavia, anche caldaie a condensazione, soprattutto per il riscaldamento, potrebbero soddisfare l’esigenza di un maggior comfort domestico. Una ulteriore soluzione, via via più diffusa nell’idea che anche la qualità dell’aria presente nello spazio domestico incida sulla vivibilità degli ambienti, è rappresentata dalla ventilazione meccanica controllata: essa può essere con recuperatore di calore o con scambiatore interrato.

Ottimizzare la gestione. Per ottenere benefici ambientali ed economici, anche i nostri stili di vita sono importanti. Se si deve uscire, per esempio, andrebbe anticipato lo spegnimento degli impianti o utilizzati adeguatamente solo negli spazi impiegati. In ogni caso, l’uso delle fonti rinnovabili è oggi sempre consigliato con impianti fotovoltaici o solari termici sempre più accessibili anche grazie alle proroghe indicate dalla vigente Legge di Stabilità che stanzia risorse per incrementare il tasso di risanamento energetico dei nostri edifici.

Concludendo, la domanda da porsi sempre, prima di avviare una qualsiasi progettazione di riqualificazione energetica ad opera di un professionista competente, è sull’entità del consumo energetico – ossia conoscere la classe energetica del nostro palazzo o alloggio – e su quali fabbisogni dovrà essere adattata l’opera di risanamento energetico. Sarà fondamentale, perciò, conoscere prioritariamente e preliminarmente il bilancio energetico dell’involucro edilizio sul quale si intende procedere. Nella consapevolezza che investendo sulla propria casa, con una spesa in pochi anni riassorbita grazie ai risparmi in bolletta, non accresceremo solo il nostro comfort domestico, ma contribuiremo a salvare il pianeta.