, ,

Ilario Albertani: “si investa nel legno per architetture sempre più sostenibili”

La 15esima Mostra Internazionale di Architettura, curata da Alejandro Aravena e inaugurata lo scorso 28 maggio, continua a raccogliere opinioni positive per la sua scelta di indagare ed affrontare, limpidamente e organicamente, le criticità delle città contemporanee – si pensi alla necessità che diventino resilienti per gli effetti indotti dai cambiamenti climatici – per proporre soluzioni socio-ambientalmente sostenibili. E, in particolare, in queste prime giornate di Biennale sta venendo particolarmente apprezzato il Padiglione Italia – curato dal team di TAMassociati e realizzato negli allestimenti da Albertani – che “coglie, per il presidente del Cnappc (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) Giuseppe Cappochin, il vero significato della Rigenerazione Urbana Sostenibile (Riuso) e rappresenta una visione dell’architettura tesa non solo a migliorare le periferie e l’ambiente edificato, ma che si prende cura delle persone e delle comunità, incidendo sulla marginalità sociale e promuovendo l’innovazione culturale”. Per conoscere meglio, pertanto, la visione dell’azienda che ha realizzato elegantemente il padiglione nazionale, abbiamo rivolto alcune domande all’Ad Ilario Albertani, che ringraziamo per la disponibilità.

Come nasce la vostra partecipazione alla 15. Mostra Internazionale d’Architettura? Come avete declinato il tema “Reporting from the front” nel Padiglione Italia?

Albertani Corporates ha da sempre uno strettissimo legame con l’architettura, anche con la più ardita e creativa. Questo legame e la recente partecipazione a Expo 2015 – in qualità di costruttori di alcuni dei padiglioni espositivi, fra cui quello dell’Irlanda – hanno fatto nascere la riflessione sulla “fine” dei materiali utilizzati per l’esposizione universale. Ne è derivata, conseguentemente, la dimostrazione della citata e desiderata rinnovabilità del legno come materiale da costruzione. Oggi, perciò, si aprono nuovi scenari per le realizzazioni di “frontiera”.

Per realizzarne l’allestimento avete riutilizzato i pannelli CLT usati al Padiglione Irlanda ad Expo 2015. Quanto è importante “riusare” oggi l’architettura, anche in chiave temporanea dandole una valenza sociale? 

L’adozione del “riuso”, come approccio operativo, ritengo sia propedeutico ad una forma mentale più evoluta nel settore delle costruzioni, sia residenziali sia di altra natura. Nei moderni complessi urbani così come in aree di nuova urbanizzazione, il rispetto dell’ambiente e il razionale utilizzo del suolo o degli spazi devono essere concepiti pensando anche alla seconda vita dei manufatti che si vanno a costruire. Senza con ciò subordinare l’economia degli interventi.

Come credete, sulla base della vostra decennale esperienza e competenza apprezzate anche all’estero, che si stia evolvendo l’architettura e, quindi, la possibilità di utilizzare materiali sostenibili e versatili come il legno?

La costruzione in legno lamellare e quella con pannelli CLT Xilam ha dei vantaggi pratici ben noti se paragonati con quelli degli altri materiali. L’evoluzione tecnologica e il progresso funzionale, pertanto, favoriranno secondo me un aumento del suo impiego. In ambito residenziale, soprattutto, ma anche su interventi complessi e dalle dimensioni notevoli. Con l’effetto di avere nelle nostre città, in tempi e con costi minori rispetto alle realizzazioni tradizionali, edifici in legno non solo dall’alta qualità strutturale, ma anche per quella abitativa percepita.

Perché in Italia sembra sia culturalmente difficile anche per i tecnici progettare e realizzare architetture in legno?

La cultura del costruire in legno in Italia sta crescendo e ci sono tantissimi bravi tecnici esperti in materia. L’aspetto sul quale dobbiamo lavorare è certamente il concepimento dell’edificio in legno per il nostro clima, ben diverso da quello rigidissimo del nord Europa. Per chi vive in climi freddi, infatti, l’aspetto fondamentale è disporre di una casa comfortevole e per la cui gestione i costi siano sostenibili. Ben diverso, e decisamente più complesso, è, invece, proteggersi dalle alte temperature estive, in climi per esempio mediterranei, rispetto alle quali vanno ideate e realizzate opportune soluzioni. Ed oggi siamo in grado di dare le migliori risposte a tutte le esigenze dei cittadini per alte condizioni di vivibilità, nel rispetto di tutti i parametri di sostenibilità ambientale.

Giuseppe Milano