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Il segreto della bioedilizia è nei materiali isolanti naturali

“Con il riscaldamento e l’inquinamento globale apparentemente inarrestabile, i cui effetti sempre più catastrofici su scala planetaria misurano la nostra attuale incapacità di reazione, dobbiamo comprendere che il dramma del cambiamento climatico può essere superato, o almeno mitigato, con una rivoluzione energetica dei materiali”. Il chimico e professore dell’ Università di Rotterdam, Michael Braungart, intervenuto a Klimahouse 2017, assumendo suo malgrado i panni del moderno “oracolo di Delfi”, profetizza quel che, per un numero crescente di operatori della filiera, è già realtà: l’edilizia, uno dei settori industriali più energivori insieme a quello delle infrastrutture, deve, in una visione sinergica e sistemica, essere attraversata radicalmente da una conversione ecologica, al centro della quale ci siano i materiali da costruzione.

Materiali che siano, contemporaneamente, naturali e riciclabili da un lato ed efficaci, più che efficienti, dall’altro, da un punto di vista termico-acustico-igrometrico-statico. Non solo per realizzare nuove costruzioni, ma soprattutto per riqualificare l’immenso patrimonio edilizio italiano, residenziale ed industriale, tanto utilizzato quanto dismesso. Nella consapevolezza che si possa e si debba saldare la dimensione estetica con quella ecologica ed economica. Per il fine, non trascurabile, di garantire a chiunque il massimo comfort domestico possibile. Vediamo, quindi, quali sono oggi i principali materiali isolanti naturali e quali i vantaggi prodotti per l’utente.

Il lino. La più antica fibra tessile conosciuta dall’uomo, il lino, è un materiale naturale che per la sua bassa conducibilità termica e per la sua buona capacità termica massica permette di avere, rispettivamente, un ottimo isolamento in inverno e in estate. Per la sua proprietà igroscopica, inoltre, il lino regola perfettamente il tasso di umidità all’interno dell’ambiente domestico. Il lino, materia prima rinnovabile con un ciclo di rinnovamento molto rapido (3-4 mesi) e non bisognosa di una eccessiva irrigazione per la sua riproduzione, si trova sul mercato nella modalità dei pannelli – con spessore fino a 25 cm – o dei rotoli – in genere di spessore compreso tra i 6 e i 10 cm – molto stabili, elastici e maneggevoli.

Fibra di cellulosa. È un materiale riciclabile ricavato dagli scarti di produzione dell’industria della carta e caratterizzato da buone prestazioni termiche e acustiche. Ha un coefficiente di conducibilità termica molto basso, come bassi sono i consumi di energia per la produzione. I fiocchi di fibra di cellulosa sono, anche per le precise prescrizioni normative dell’unione europea, necessariamente trattati con sali di boro per conferire capacità ignifuga e antiparassitaria. Con l’ausilio della resina di pino o del solfato di alluminio si possono ottenere i pannelli che, successivamente, possono essere inseriti tra montanti di legno e travetti. La sua natura, al contrario di quel che si potrebbe pensare, permette alla fibra di cellulosa di immagazzinare acqua e di migliorare il microclima interno dell’edificio. Abbatte il rischio della creazione di condensa e reagisce bene all’escursione termica tra giorno e notte.

Fibra di legno. Ottenuto dagli scarti di legno e compattato con la resina prodotta dal legno, la lignina, questo è un materiale completamente ecologico. Tra i suoi punti di forza quello di disporre, per un coefficiente di conducibilità pari a 0,050, della capacità di isolare l’ambiente domestico tanto dai rumori quanto dal calore. Con buone prestazioni sia in inverno sia in estate, sia in climi più rigidi sia in quelli più miti.

Lana di pecora. Questo materiale isolante, di origine animale, nasce da un accurato processo di pulitura e filatura: dopo essere state, infatti, opportunamente trattate per garantirne la durabilità e l’affidabilità anche in ragione delle prescrizioni europee, le fibre lunghe vengono separate da quelle corte, con le prime che vengono impiegate nel settore tessile, mentre le seconde sono usate per coibentare gli edifici. L’isolante viene prodotto in rotoli e può essere inserito all’interno di elementi architettonici orizzontali e verticali per migliorare le prestazioni termiche di muri, soffitti e pavimenti. Il prodotto è totalmente naturale, atossico e non permette fenomeni di condensa perché la lanolina, una cera che riveste le fibre, rende la lana idrorepellente, ma nello stesso tempo è un regolatore igrometrico dell’aria e mantiene costante il tasso di umidità degli ambienti. Ha una buona capacità ignifuga ed è privo di VOC (composti organici volatili).

Canapa. Tra i materiali naturali, riciclabili ed eco-compatibili, forse, quello che merita una attenzione particolare è la canapa. Il nostro Paese, diversi decenni fa, era tra i primi produttori mondiali di questa sostanza vegetale, ma, per il rigorismo del proibizionismo in ragione della sua potenziale dannosità per la salute, perse questo primato e la possibilità di far crescere una filiera notevole. La stessa, tuttavia, oggi in rapida ascesa perché la canapa può essere applicata in una pluralità di settori industriali. Nel segmento dell’edilizia e dell’architettura, indubbiamente, presenta numerosi vantaggi. Sia per la sua leggerezza e la sua facilità d’uso, dopo una produzione in tempi molto rapidi, ma anche per le sue proprietà biologiche e fisiche che consentono a questa fibra di garantire termicamente, acusticamente, staticamente (con gli opportuni accorgimenti), prestazioni eccezionali, con una grande durabilità nel tempo. Senza trascurare, infine, la possibilità da parte della canapa di bonificare anche siti industriali contaminati.

Sughero. Le caratteristiche del sughero, che lo rendono un ottimo isolante sono da ricercarsi nelle sue caratteristiche fisico-chimiche e nel processo termico di tostatura, che ne massimizza le già ottime prestazioni termo-acustiche. L’elevata quantità di gas contenuta nella struttura cellulare, unitamente a pareti cellulari composte da una scarsa quantità di materia, minimizzano il passaggio di calore. Tali prestazioni si ritrovano intatte e, addirittura amplificate, dopo la tostatura, per via della espansione delle cellule. Ugualmente importante è il ruolo della suberina, che, una volta raffreddata, riveste il sughero rendendolo impermeabile e insensibile all’umidità, lasciando però il pannello altamente traspirante. L’assenza di collanti aggiunti, unitamente ad un eccellente LCA, rende il sughero tostato un materiale isolante naturale, molto interessante anche per la bioarchitettura, anche come isolante acustico.

Giuseppe Milano