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La bellezza intramontabile delle architetture in legno

Versatile e duttile. Resistente e performante. Elegante ed intrigante. Il legno, nonostante sia da decenni periodicamente messo in discussione soprattutto per le sue caratteristiche strutturali che non lo renderebbero competitivo rispetto al calcestruzzo e all’acciaio, riesce sempre, alla fine, ad imporre il suo credo. E il suo fascino. Riuscendoci oggi, ancor più, in uno scenario internazionale nel quale è fondamentale coniugare insieme le ragioni della qualità con quelle della sostenibilità; nel quale occorre saldare le dimensioni economiche ed ecologiche; nel quale, inoltre, bisogna saper frequentare la modernità unendo la memoria della tradizione con l’utopia dell’innovazione. Per questo, durante il Salone del Mobile di Milano del 2010, l’architetto Matteo Thun ha dichiarato che “il legno è il materiale del XXI secolo ed essendo l’unico materiale da costruzione rigenerabile non è più possibile immaginare il design e l’architettura senza di esso”. Usare il legno in edilizia, peraltro, significa mettere in moto una filiera virtuosa che va decisamente incontro alle richieste delle politiche europee di salvaguardia del pianeta e di controllo dei cambiamenti climatici. Il legno, del resto, è l’unico materiale edile rinnovabile e riciclabile; ha una buona resistenza meccanica; una bassa conducibilità termica; una buona capacità adsorbente e riflettente delle vibrazioni acustiche; non è tossico e neutralizza le emissioni di CO2. Non solo, quindi, edifici residenziali monofamiliari, ma oggi il legno – supportato e corroborato nei suoi molteplici usi dalle più evolute tecnologie industriali – può essere impiegato per edifici “torre”, per auditorium e padiglioni, per musei e mercati. Nel segno della leggerezza, ma anche dell’eleganza architettonica, vediamo alcuni esempi, tra i tanti distribuiti in Europa e nel mondo.

Svezia. Ad oggi è solo un progetto fortemente d’avanguardia, ma il grattacielo “Wooden Skyscraper” – atteso per il 2023 – potrebbe far diventare la città di Stoccolma, e il suo quartiere Marieberg, la sede della torre in legno più alta del mondo, con i suoi 34 piani. Realizzata interamente in legno, con alcune parti della struttura in cemento armato. Le ampie vetrate isolanti, i giardini pensili, i pannelli solari sul tetto e il sistema di raccolta delle acque piovane faranno del grattacielo di legno di Stoccolma un evoluto esempio di bioarchitettura ad alta efficienza energetica e a bassi consumi. Nella volontà di diffondere ulteriormente la consapevolezza che il legno non è solo un materiale da costruzione solido e flessibile, ma anche resistente e versatile. Un materiale, assolutamente rinnovabile ed eco-compatibile, che oggi, opportunamente trattato, resiste più a lungo agli incendi e all’umidità.

Finlandia. Pur essendo da tempo un materiale ampiamente utilizzato, il complesso residenziale Puukuokka è il primo esempio di edificio da 8 piani realizzato in Finlandia. Primo volume di una triade di architetture sostenibili, alla fine dell’intervento si prevedono 150 nuove unità residenziali su un’area complessiva di 10.000 mq. I blocchi sono stati realizzati con moduli cubici prefabbricati in legno CLT, avvalendosi del sistema Urban MultiStory sviluppato da Stora Enso. La scelta di adottare soluzioni prefabbricate ha offerto al contempo abitazioni a costi contenuti, ecosostenibili e adattabili ai mutamenti delle esigenze abitative nel tempo. Anche per la facciata è stato utilizzato il medesimo principio. Il corridoio centrale è l’unica parte del complesso realizzata in loco, una scelta che ha accorciato le tempistiche a soli sei mesi, un aspetto fortemente positivo dato il contesto climatico della Finlandia. Tutto questo ha reso possibile il raggiungimento di un livello qualitativo nel risultato finale superiore a quanto ottenibile con i metodi tradizionali.

Azerbaigian. Il padiglione del Paese caucasico all’Expo di Milano, progettato dallo studio Simmetrico, propone una rappresentazione dell’architettura come energia positiva e propositiva, tesa all’armonizzazione e alla protezione delle differenze. Gli elementi architettonici iconici, le biosfere e le pareti ondulate, sono state concepite per rappresentare metafore naturali e culturali. Le biosfere sono metafora del sistema-paese nel quale elementi differenti convivono in perfetto equilibrio, originando crescita e sviluppo. Il louver, una “pelle” in legno, che si sviluppa sui lati più lunghi del padiglione come un involucro protettivo, racconta la metafora del vento, elemento caratteristico del Paese che abbraccia e protegge l’Azerbaigian, rappresentando i flussi culturali che da sempre lo attraversano. Oltre alla varietà spaziale, infine, la luce e la trasparenza sono tra le principali scelte su cui poggia l’architettura del padiglione. Scelte che garantiscono l’eccezionalità richiesta per la rappresentazione dell’evento, pur mantenendo forme utili anche a sostenere il bilancio energetico dell’edificio.

Spagna. Il Metropol Parsol nasce, a Siviglia, con l’obiettivo di riqualificare e rifunzionalizzare l’antica Plaza de la Encarnacion. La piazza, che sorge sull’incrocio tra il cardo e il decumano della città romana, è stata per secoli la sede del più grande mercato cittadino prima di venire abbandonata nel 1973 dopo la demolizione dello stesso mercato. La struttura, progettata dall’architetto tedesco Jürgen Mayer, si sviluppa su cinque livelli, di cui uno seminterrato, e accoglie diverse funzioni cittadine. La struttura, oggi nuova icona della città andalusa, è totalmente incorniciata da una serie di “ombrelloni” in legno che le conferiscono un aspetto completamente astratto. La mega struttura di reticoli in legno – lunga circa 150m, profonda 75m e alta 28m – è disposta su un griglia ortogonale di 1,50m x 1,50m e poggia su soli sei supporti. Per contenere le spese di realizzazione, sulla base delle evidenze progettuali elaborate dallo studio Arup, è stato deciso di sviluppare la struttura in un legno micro-laminato (Kerto), protetto dagli agenti esterni grazie a un rivestimento in poliuretano resistente all’acqua.

Giuseppe Milano