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Il futuro dell’edilizia sostenibile? La Casa Passiva

‘Trattiamo bene la terra su cui viviamo: essa non ci è stata donata dai nostri padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli’.

Proverbio Maasai

Che la si voglia chiamare Passivhaus, Ecohaus, Green Building o Positive House, il futuro dell’edilizia sostenibile è, ormai, nella Casa Passiva.

Ma cos’è e come funziona una Passivhaus?

La Passivhaus è un’abitazione in grado di garantire il benessere termico con una minima fonte di riscaldamento, riciclando il calore generato da elettrodomestici e abitanti, impiegando fonti di energia alternativa, e dotata di un sistema di ventilazione meccanica, che consente il recupero di energia attraverso una pompa di calore geotermica.

Lo standard Passivhaus nasce in Germania nel maggio 1988 da una collaborazione tra Bo Adamson dell’Università di Lund in Svezia e Wolfgang Feist dell’Institut für Umwelt und Wohnen (Istituto per l’Ambiente e l’Edilizia).

La prima Passivhaus è stata costruita a Darmstadt (Germania), nel 1991, da Wofgang Feist, che ci vive ancora oggi. Da quel momento sono state costruiti migliaia di edifici Passivhaus, fino a superare le 25.000 unità nel 2010, arrivando intorno alle 40.000 unità, soprattutto in Germania ed Austria. Ma ne sono state realizzate moltissime in diversi Paesi del mondo.

Per capire di che cosa si tratta, si può partire da cosa non è. Negli anni si è molto parlato di casa passiva, ma la maggior parte delle volte a sproposito – afferma Francesco Nesi, presidente di Zephir, istituto di ricerca privato fondato a Trento per rappresentare il Passivhaus Institute tedesco -. Non si tratta di edifici realizzati solo in materiali naturali o al contrario iper-tecnologici e costosi, anzi. Il maggior costo iniziale, circa il sei per cento, viene ammortizzato grazie al risparmio energetico nel giro di dieci anni”

Sono 5 i punti fondamentali richiesti dallo standard Passivhaus:

  • Ottima protezione termica di tutti gli elementi costruttivi dell’involucro, dal pavimento alle pareti esterne, fino alla copertura;
  • Finestre e portafinestre con doppi/tripli vetri basso emissivi con un elevato valore di fattore solare g e telai molto ben coibentati; accurata progettazione e controllo degli apporti solari passivi progettando accuratamente le superfici finestrate, garantendo assenza di surriscaldamento estivo;
  • Esecuzione a regola d’arte della protezione termica fino ai minimi dettagli con riduzione al minimo di tutti i ponti termici;
  • Tenuta all’aria degli elementi costruttivi esterni verificata mediante test di pressione Blower Door;
  • Ventilazione controllata con recupero di calore particolarmente efficiente per evitare dispersioni di calore e garantire al contempo un’idonea qualità di aria interna.

“La Passivhaus è uno standard adattabile a tutti i tipi di edifici, con destinazioni d’uso diverse, dalle residenze alle scuole, agli uffici alle aziende, e utilizzabile non solo nelle nuove costruzioni, ma anche nella ristrutturazione di edifici esistenti. Tra un edificio tradizionale e uno passivo, la differenza di consumi energetici può raggiungere il 95%. Un elemento molto importante è la certificazione Passivhaus, basata su standard funzionali, confort abitativo, sostenibilità. Per ottenerla, è necessario che la casa sia di qualità fin dalla fase di progettazione”.

Queste le parole di Witta Ebel, membro del Passivhaus Institut di Darmstadt e di Innsbruck, in occasione del 1° Convegno nazionale Passivhaus – Risanare e costruire con lo standard di casa passiva, tenuto a Smart Village, la Mostra-Convegno organizzata all’interno di Made Expo 2012.

Riguardo alla realizzazione vera e propria di una casa passiva, invece, sono i prefabbricati in legno l’ultima frontiera dell’eco-progettazione. Vi state chiedendo perché?

Le case passive in legno sono ecosostenibili per natura. Rispettano l’ambiente con un impatto ambientale nullo grazie alle basse emissioni e al risparmio energetico garantito dall’uso di energia alternativa. Del resto, si sa, il legno è un materiale ecologico e rinnovabile che permette di adottare tecniche costruttive efficienti, sane e all’avanguardia.

Bio-compatibili, sostenibili, ecologici, i sistemi costruttivi prefabbricati in legno lamellare Albertani Corporates si prestano a qualsiasi tipo di realizzazione e a molteplici destinazioni d’uso, incluso il modello Passivhaus.

Si parla spesso dell’una o dell’altra, in maniera distinta, ma la soluzione che coniuga struttura prefabbricata e progettazione passiva può raggiungere un risultato stupefacente: non solo zero consumi, (10 volte inferiori a quelli di un’abitazione tradizionalmente ‘energivora’) ma addirittura produzione di energia extra.

Ultimo ma non ultimo l’abbattimento dei costi: una casa passiva è autosufficiente non solo nell’utilizzo di fonti di energia alternative, ma anche nel mantenimento del microclima interno. Direte addio a gas, riscaldamento, aria condizionata e deumidificatore!

Oggi noi viviamo in condizioni diverse da quelle di 50 o di 100 anni fa. Creare edifici caratterizzati da comfort e benessere ed efficienti energeticamente significa metterli sia a nostra disposizione sia dei posteri, cercando di non sfruttare in maniera irrecuperabile risorse non rinnovabili o di danneggiare l’ambiente in maniera irreversibile. Sono dunqu eindispensabili soluzioni progettuali e concrete che possano essere gestite anche senza energie fossili e che evitino eventuali e ulteriori interventi irreversibili. La risposta alla domanda: “qual è la forma di energia più tollerabile ovvero compatibile” è: meno Energia.

Le buone realizzazioni, quelle che sono energeticamente efficienti, si contraddistinguono perché, oltre al risparmio energetico, forniscono un “plus“ in fatto di comfort e sicurezza; esse rappresentano un guadagno sia per gli investitori che per gli utilizzatori, così come per l’economia a livello locale, regionale, nazionale ed europea. Nel settore dell’edilizia, questo guadagno viene prodotto dalle case passive”.

(da un’INTERVISTA A WOLFGANG FEIST pubblicata su Azero)

Valentina Ieva