Dell’impiego del legno in ambito edilizio e, in particolare, per la realizzazione di edifici a destinazione abitativa, oggi si tende a parlare concentrandosi soprattutto sugli aspetti legati alla sostenibilità ed al risparmio energetico (ed economico!). Ma costruire in legno non significa solo questo: accanto a tali questioni vi sono infatti quelle del comfort e del benessere che la buona progettazione e le giuste scelte in tema di materiali consentono di garantire agli ambienti interni. Ma come si valutano tali caratteristiche? Da quali fattori dipendono? Come si può intervenire per migliorarle?

Per comfort abitativo si intende il complesso delle condizioni che si instaurano all’interno di un ambiente in funzione di quattro principali parametri: temperatura, qualità dell’aria, illuminazione ed acustica. Mantenerli entro i ranges dei valori ottimali consente la definizione di ambienti in cui il benessere non è semplicemente una sensazione percepita in maniera soggettiva, ma un vero e proprio sistema qualitativamente e quantitativamente definito.

A cominciare dalla temperatura: in un ambiente confortevole dovrebbero registrarsi mediamente un minimo di 20° C in inverno ed un massimo di 26° C nel periodo estivo, oltre a livelli costantemente bassi di umidità. Sotto questo profilo il legno risulta essere un materiale dalle ottime prestazioni, dal momento che la sua bassa conducibilità termica garantisce buone condizioni termiche negli ambienti interni in tutte le stagioni. Durante i mesi più freddi il basso coefficiente di trasmittanza del legno, assicura la minima dispersione di energia dall’interno verso l’esterno, consentendo, di conseguenza, l’accumulo di calore; durante l’estate invece, costituisce un’efficace barriera contro la penetrazione del caldo esterno. Anche dal punto di vista igrometrico il legno garantisce ottime prestazioni: ètraspirante ed igroscopico e, pertanto, in grado di agire come un vero e proprio regolatore naturale di umidità (vedi anche Scegliere il legno per una casa a prova di umidità). La sua porosità gli consente infatti di assorbire e trasportare umidità per capillarità, privando gli ambienti interni di quella in eccesso, fino al raggiungimento di un punto di equilibrio che, nello stesso tempo, impedisce all’aria di diventare troppo secca.

Realizzare una casa in legno significa quindi scegliere di vivere all’interno di ambienti in cui la temperatura si mantiene regolare in maniera naturale (con notevoli vantaggi per quanto riguarda i consumi, l’impiego di risorse e l’onerosità delle bollette) ed in cui la qualità dell’aria non risulta inficiata dalle problematiche legate alla presenza di troppa umidità o, al contrario, all’eccessiva secchezza. Inoltre l’utilizzo del legno, antistatico, antiallergico ed in grado di schermare parzialmente i campi elettromagnetici, costituisce un ottimo fattore contro il cosiddetto inquinamento indoor: trattandosi poi di un materiale naturale, prodotto ed immesso nei cicli produttivi da aziende (che dovrebbero essere) garantite e certificate sotto il profilo della sostenibilità e della ecocompatibilità, risulta anche meno esposto al rischio di essere contaminato da sostanze chimiche dannose per l’uomo (metalli pesanti, benzene, formaldeide, ecc.).

Un ulteriore aspetto che incide sul comfort abitativo è la protezione dell’ambiente interno dall’inquinamento acustico e, anche da questo punto di vista, gli edifici in legno garantiscono ottime prestazioni. Il legno è infatti un materiale di natura porosa e, in quanto tale, ideale per l’assorbimento acustico, cioè capace di ostacolare il propagarsi del rumore all’interno di un ambiente catturando l’energia sonora. E’ efficace soprattutto come isolamento contro i rumori aerei, contro quelli derivanti dal calpestio, per le pareti laterali e comeantivibrazione.

Infine vi è il tema dell’illuminazione, al quale occorre riservare un capitolo a parte: sotto questo aspetto è la fase progettuale a fare la differenza insieme alla scelta delle soluzioni più adeguate per le aperture. Queste vanno infatti collocate e dimensionate in maniera corretta, in funzione degli standard minimi previsti dalla normativa, della destinazione d’uso dell’edificio e dei singoli ambienti che lo compongono, del clima e delle condizioni di esposizione. A ciò si aggiungono le caratteristiche e la qualità proprie dell’infisso, del vetrocamera e degli eventuali sistemi oscuranti o ombreggianti che si andranno ad installare.

Il comfort abitativo è pertanto una condizione fortemente subordinata all’interazione di svariati fattori e la cui importanza è tanto maggiore se rapportata alla quantità di tempo che trascorriamo all’interno delle nostre case: buoni livelli di comfort abitativo costituiscono infatti il primo deterrente contro problemi di salute e disturbi psico-fisici di varia natura e gravità.

Elena Ottavi, architetto